3 e 4 maggio 2024 – aula 2 Fienili dalle 8:00 alle 16:00 5 maggio – lavoro individuale 6 maggio – aula 5A Campo Boario dalle 14:00 alle 20:00 7 e 9 maggio – laboratorio montaggio aula 4 Fienili 10 maggio – presentazione dei corti realizzati aula 2 Fienili dalle 8:00 alle 16:00
Laboratorio con Farnoosh Samadi, sceneggiatrice e regista iraniana pluripremiata che insegna a Teheran e ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Docenti responsabili: Giovanni Albanese, Sara Santarelli
Il Workshop è riservato agli studenti del biennio di Cinematografia e spettacolo e agli studenti del 3° anno della Scuola di Cinema, Fotografia, Audiovisivo e Nuove Tecnologie dell’Arte.
Gli studenti coordinati dalla Sceneggiatrice e Regista Farnoosh Samadi, acquisiranno le competenze principali di sceneggiatura e di girato.
Nella prima parte del Workshop si studierà il dècoupage tecnico, il metodo inverso di scrittura e le differenze fra cortometraggio e lungometraggio.
Allo stesso tempo gli studenti saranno chiamati a realizzare un cortometraggio corale.
Il Cinema è l’ultimo esempio di bottega rinascimentale, saper lavorare in gruppo è fondamentale, ogni professionalità è indispensabile per la buona riuscita del film.
Gli studenti verranno raggruppati in base alle loro capacità. Saranno mostrati loro alcuni cortometraggi.
Il lavoro di scrittura inversa e découpage inverso riguarderà uno di questi cortometraggi.
In conclusione del workshop il cortometraggio realizzato dagli studenti verrà proiettato e discusso.
Per facilitare il lavoro le riprese si svolgeranno negli spazi dell’Accademia o poco distanti da essa.
Chi fosse interessato deve mandare entro il 20 aprile una mail a s.santarelli@abaroma.it con una documentazione dei video già realizzati.
Sulla base delle candidature presentate verrà fatta una selezione.
Farnoosh Samadi – sceneggiatrice e regista Farnoosh Samadi è nata in Iran e si è laureata in Arti Multimediali all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Ha iniziato la sua carriera come regista presso l’Iranian Youth Cinema Society e ha realizzato diverse installazioni video.
La sua sceneggiatura per il cortometraggio ‘More Than Two Hours’, diretto da Ali Asgari, ha riscosso grande successo ed è stata nominata per la Palma d’Oro a Cannes 2013 e per il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival.
Nella sua successiva esperienza con Asgari, ha scritto la sceneggiatura del cortometraggio ‘The baby’, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2014. Come co-regista e co- sceneggiatrice, nel 2016 ha realizzato il suo primo cortometraggio, ‘The Silence’, nominato per la Palma d’Oro a Cannes. Il suo secondo cortometraggio, diretto da sola è ‘Gaze’, presentato in anteprima mondiale in concorso al Festival di Locarno 2017 e qualificato per gli Oscar 2018.
È stata membro della giuria del Valladolid International Film Festival in Spagna, del Curtas Vila do Conde in Portogallo e di diversi importanti festival cinematografici.
Nel 2018 è diventata membro dell’Academy e nel 2022 è membro dell’Accademia del Cinema Italiano.
‘180° Rule’, il suo primo lungometraggio, viene presentato in anteprima al Toronto Film Festival 2020.
L’ultimo cortometraggio di Samadi, ‘Titanic. Suitable version for Iranian families’, è stato presentato in anteprima al Toronto Film Festival 2023. https://www.imdb.com/name/nm5588413/
Lectio Magistralis del costumista Andrea Sorrentino
Martedì 16 aprile
ore 15:30
Aula Magna ‘’Lea Mattarella’’
Accademia di Belle Arti di Roma
Via di Ripetta, 222.
Conferenza di apertura del workshop
Martedì 30 aprile
ore 15:30
Aula Magna ‘’Lea Mattarella’’
Accademia di Belle Arti di Roma
Via di Ripetta, 222.
Date del workshop
6 – 13 – 20 – 27 maggio
Dalle 13:00 alle 19:00
Aula 209
Accademia di Belle Arti di Roma
Via di Ripetta, 222.
Organizzato dalla Scuola di Scenografia
Prof.ssa Claudia Federici
Partecipazione: massimo 20 studenti – riservato agli studenti della Scuola di Scenografia e del Corso di Culture e Tecnologie della Moda
Il workshop fornisce una panoramica completa del processo creativo e tecnico del costume teatrale, stimolando la comprensione storica e sviluppando competenze pratiche essenziali in un contesto interattivo. Obiettivi primari sono: esplorare il ruolo dei costumisti teatrali, apprendere metodologie di ricerca storica per costumi scenici, in particolare dal 1770 al 1820, comprendere il contributo delle sartorie teatrali e acquisire competenze pratiche nella creazione di modelli per costumi storici.
Modalità di svolgimento: Due conferenze introduttive, visite guidate a sartorie teatrali e sessioni pratiche in aula. Partecipanti avranno l’opportunità di creare modelli di costumi sotto la guida di esperti, integrando teoria e pratica.
Workshop di teoria e pratica laboratoriale su tecnologie e software per la progettazione e la realizzazione di live performance adoperando il Video Mapping.
Il Videomapping è una tecnica di videoproiezione che trasforma potenzialmente qualsiasi superficie in uno schermo, è il territorio di confine nel quale convergono arte, architettura e tecnologia al servizio di una nuova forma espressiva che trasforma temporaneamente la nostra percezione classica di spazi e oggetti.
Gli studenti apprenderanno:
Adattamento di contenuti video a superfici e architetture irregolari con diversi software per PC e MAC, utilizzando uno o più proiettori gestiti dallo stesso computer.
Guida alla creazione di contenuti statici e animati sulla base delle competenze di ogni singolo studente.
Varie tecniche di proiezione (su superfici urbane, su oggetti, all’interno di teatri, durante gli eventi) utilizzando il software per PC e MAC Resolume Arena.
Proiezione su un modellino architettonico di una chiesa.
Gestione di elementi video per performance teatrali, stage-design, installazioni video e live v-jing connettendo lo spazio alla musica e al video in real-time.
Organizzatore: Ada Lombardi Partners: Iginio De Luca, Oriana Impei Tecnico di laboratorio: Guixia Luo
Concept: partendo dall’esperienza del passo del Sogno di Giacobbe ( Genesi 28), si porteranno gli studenti a esperire come le emozioni provocate dalla realtà, dalla vita condotta nel proprio ambiente, porti a concepire il vero ( con ciò che rimane costante ed invariato ) e il falso (con ciò che contraddice la costanza, ed è assente). Il gioco tra le due parti porta alla possibilità di progettare una forma alternativa, che può trasformare la realtà consueta. Questa possibilità innesca nel protagonista-soggetto un gesto formale ( artistico?) che ribalta un dato reale ( cioè temporaneo e soggetto a trasformazione) generando un nuovo adeguamento dello spazio e del luogo, ricontestualizzando nell’opera la realtà ribaltata. Questo modo di operare si avvicina al concetto di scultura sociale di un artista come Joseph Beuys, e al suo stesso concetto di “contro-immagine”.
Il workshop darà la possibilità agli studenti di concepire un’opera che possa ribaltare e trasformare la propria realtà quotidiana, in un tentativo possibile.
In un contesto attuale come l’odierno, che pone problematiche e urgenze che portano a un “disagio del vivere”, poter offrire agli studenti gli strumenti linguistici e formali che interagiscono con l’ambiente reale, rappresenta una preziosa competenza; il giusto mezzo per poter pensare di trasformare la realtà, superando il senso di impotenza e di demotivazione che colpisce le giovani generazioni.
Mostra degli elaborati: Aula Colleoni 21 marzo 2024
Alla fine del workshop una selezione degli elaborati, fatta congiuntamente dal team dei professori, sarà esposta in una mostra dallo stesso titolo nell’aula Colleoni.
Laboratorio condotto dagli artisti: Azadeh Shirmast e Michele Flammia
Il workshop si propone di fornire agli allievi dell’Accademia di Belle Arti un’introduzione teorico-pratica alla tecnica della ceramica raku e intende sperimentare nella scultura l’antica tecnica Raku, lavorazione ceramica usata dai vasai giapponesi fin dal XVI sec. per la produzione delle ciotole destinate alla cerimonia del tè. Raku significa “gioia di vivere in armonia con gli uomini e la natura”. Rinnovata e reinventata in occidente, questa tecnica, arriva in Italia negli anni ’60. Particolarità nella ceramica Raku è l’imprevedibilità degli effetti sugli oggetti, al momento della fusione degli smalti, in quanto vengono estratti incandescenti dal forno e immersi nell’ acqua, o sottoposti a riduzione all’interno di contenitori riempiti di materiale combustibile come segatura, erba, foglie e altro. In questo modo l’ambiente “riducente” provoca particolari lustri e riflessi. Ne deriva che ogni oggetto risulterà sempre un pezzo unico e irripetibile nella sua colorazione, nella semplicità e naturalezza delle forme. Il Raku è diventato in occidente una maniera nuova di fare ceramica, un modo di esprimersi e confrontarsi con gli elementi della natura.
Gli obiettivi specifici del workshop sono i seguenti:
1) Acquisire le conoscenze di base sulla tecnica raku, dalla preparazione dell’argilla alla cottura finale;
2) Conoscere i componenti chimici degli smalti Raku e imparare a prepararli partendo dalle materie prime alla sperimentazione, all’imprevedibilità dei risultati, mediante gli smalti, la temperatura.
3) Sviluppare le capacità decorative e creative degli studenti attraverso la realizzazione di oggetti artistici in ceramica raku;
4) Favorire la sperimentazione e l’espressione personale degli studenti.
Descrizione:
I partecipanti realizzeranno un lavoro ciascuno in argilla refrattaria raku precedentemente cotto in prima cottura e realizzato nell’aula di Scultura a Campo Boario.
I lavori dovranno necessariamente essere di forma cilindrica, e avere una misura massima di h 10×15 cm e spessore massimo di 1 cm. Così da avere un oggetto adatto a sperimentare al meglio l’essenza del raku, i suoi effetti pittorici-decorativi, di riduzione e affumicazione. Il workshop si svolgerà in italiano.
Programma:
Introduzione storica dalle origini orientali agli sviluppi occidentali. Lezioni teorico-pratiche sugli impasti, i rivestimenti, la cottura, la riduzione, l’utilizzo del forno. Preparazione degli smalti e realizzazione dei test. Decorazione con ossidi, sali metallici e smalti colorati. Seconda cottura raku e tecniche di affumicazione e riduzione.
Azadeh Shirmast
Artista iraniana trapiantata in Italia, ha studiato arte tradizionale e scultura in Iran e ha continuato il suo percorso di studi alla Facoltà di Architettura La Sapienza a Roma.
Nel secondo anno del corso di arte tradizionale all’Università di Teheran ha scelto come argomento e tecnica da approfondire la Ceramica, lavorando contemporaneamente, per diversi anni, presso la prestigiosa e più antica fabbrica di maioliche di Teheran, la Khak Negar Moghadam.
Ha collaborato inoltre con architetti nella progettazione di disegni per interni e nella successiva realizzazione su ceramica e vetro.
Alcune esperienze anche nel teatro contemporaneo, sia in Iran che in Italia, come scenografa e realizzatrice di marionette, maschere e pupazzi.
Da alcuni anni si dedica a una sua personale ricerca artistica utilizzando varie tecniche soprattutto sulla ceramica. Dal 2020 ha messo in attività il suo attuale atelier-laboratorio ad Anticoli Corrado, noto paese d’arte in provincia di Roma, scegliendo di dedicarsi principalmente alla ceramica, ma non solo, seguendo la sua tradizione originaria ma aprendosi anche alle tecniche della tradizione italiana attraverso la frequentazione di diversi maestri, come a Deruta, o a Faenza presso il Maestro Mirko De Nicolò, o in Veneto in un laboratorio sulle terre crude con la Maestra Isabella Breda.
Durante questo periodo è anche tornata in Iran per frequentare dei corsi intensivi presso il Maestro Rasoul Jalili importante esperto delle tecniche di ceramica Raku e presso il Maestro Omid Qajarian, altrettanto importante esperto nella composizione e preparazione degli smalti.
Michele Flammia nato a Roma in giovane età apprende i rudimenti dell’arte ceramica. Contemporaneamente nutre interesse per qualsivoglia forma d’arte – pittura, scultura, musica e poesia – che lo conduce a concepire l’arte come contaminazione: questo diverrà il punto di forza nelle sue creazioni.
In una prima fase i suoi esperimenti sono quadri a olio e china di chiara ispirazione astrattista con riferimenti a Picasso e Kandinsky. In seguito, una volta entrato in contatto con l’opera di Klee ed in particolare con la sua “Teoria della Forma e della Figurazione”, riesce a trovare ispirazione autonoma rispetto ai grandi del ‘900.
Alla fine degli anni ’70 si trova in Sicilia dove riesce a perfezionare la sua tecnica di lavorazione al tornio e tramite l’esperienza acquisita inizia il suo personale ed originalissimo percorso artistico.
Nei primi anni ’80 inizia ad esporre nella provincia di Roma fino ad arrivare, nei primi anni ’90, ad uno dei poli d’attrazione della ceramica italiana in Emilia-Romagna.
Nel frattempo, collabora con artisti e ricercatori nell’ambito delle scienze dei materiali in Italia e nel mondo. Entra in contatto con importanti galleristi giapponesi a cui affida le sue opere ed ottiene importanti riconoscimenti internazionali. Affina poi la sua ricerca nello studio delle proprietà fisiche ed ottiche dei materiali più disparati; effettua esperimenti con i metalli per la produzione di ceramica artistica, scoprendo le infinite possibilità di creare arte attraverso l’unione di questi materiali.
Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it
Modelli di interdipendenza costruzione di nuove creatività centrate sulla relazione è un workshop strutturato in vari appuntamenti in cui i relatori introdurranno gli studenti a modelli di produzione di immagini, narrazioni e pensieri che ribaltano la percezione dell’indipendenza come valore e generano nuovi valori e modalità creative a partire dalle relazioni, dalle istanze femministe e dalla lotta all’abilismo e alle discriminazioni sistematiche in generale.
Tra gli ospiti coinvolti, le Witty Wheels (Elena e Maria Chiara Paolini), attiviste e divulgatrici disabili, presenteranno la loro comic novel “Che brava che sei! 8 storie di abilissimo quotidiano” e poi incontreranno gli studenti per un laboratorio di decostruzione della narrazione abilista.
In un secondo appuntamento sarà coinvolta Rita Petruccioli, illustratrice che accompagnerà gli studenti in tre giornate di laboratorio e incontri per la costruzione di una storia a fumetti basata sulla relazione e l’incontro con un’attivista del centro Lucya y Siesta.
A seguire, le rappresentanti del collettivo The Glorious Mothers, che si occupa di produzione culturale e maternità, offriranno un workshop performativo e di disegno sulle modalità delle interdipendenze legate alle questioni di genere e alle reti di cura parentale, oltre che una presentazione della loro attività.
A concludere gli incontri, Chiara De Marchi, che offrirà una presentazione del suo lavoro di fotografa in collaborazione con associazioni e ospedali che si occupano di disabilità invisibili. Affiancherà la sua presentazione il dottor Franco Scaldaferri responsabile del settore MICI al CEMAD del policlinico Agostino Gemelli. A seguire, De Marchi incontrerà gli studenti per un laboratorio di fotografia e scrittura creativa basato sulla relazione con l’altro.
Maria Chiara Paolini ed Elena Paolini sono formatrici e blogger. Il loro lavoro è dedicato ad analizzare e decostruire l’abilismo, cioè l’oppressione strutturale che circonda le persone disabili. Maria Chiara Paolini ha studiato lingue e letterature inglese e araba, didattica dell’italiano come lingua straniera e traduzione letteraria dall’inglese. Elena Paolini ha studiato relazioni internazionali, diritti umani e scienze politiche e cinematografia.
Si basano sulla pratica femminista e sui Disability Studies e tengono workshop sulla disabilità in scuole, università, realtà associative e professionali. Hanno pubblicato il primo saggio divulgativo italiano interamente sul tema dell’abilismo “Mezze persone. Riconoscere e comprendere l’abilismo” (2022) per Aut Aut edizioni e il saggio in forma di graphic novel “Che brava che sei! 10 storie di abilismo quotidiano” (2023) per Laterza.
The Glorious Mothers è un gruppo di discussione e confronto sul tema della genitorialità nell’ambito delle arti visive. È nato informalmente durante il lockdown come supporto e confronto tra madri artiste chiuse in casa con figli molto piccoli, e con difficoltà di riprendere il lavoro artistico. Successivamente il dibattito sull’esperienza genitoriale si è esteso alla ricerca artistica, cercando di andare oltre stereotipi, canoni precostituiti e pregiudizi legati all’istituzione familiare eteronormata. Il gruppo si impegna a far emergere le problematiche dei genitori artisti all’interno di un dibattito pubblico e nelle istituzioni artistiche. Le riunioni avvengono su base bisettimanale e attraverso il metodo dell’autocoscienza il collettivo svolge un lavoro di autoformazione, ricerca, ed elaborazione delle rivendicazioni politiche.
In questi due anni sono state realizzate due residenze per artiste e rispettiv3 figl3, (unica esperienza in italia) e un simposio con il Gruppo Immagine di Varese per un confronto intergenerazionale sul femminismo e maternità nell’arte presso Albumarte.
Chiara De Marchi, fotografa, content creator, divulgatrice scientifica e prossima alla laurea in scienze biologiche, si è con il tempo specializzata in ritratti di maternità e del femminino, sviluppando una particolare attenzione all’allattamento al seno materno e alla fotografia positiva del corpo. Il suo progetto fotografico “Invisible Body Disabilities” successivamente sviluppato con l’Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, AMICI Italia, é un sito web e una mostra fotografica itinerante che prende spunto dal libro fotografico “Women Fighters”. È stato riportato in diverse testate giornalistiche e web media nazionali e internazionali, e in periodici scientifici informativi. Ad oggi la mostra conta 22 tappe tra cui 6 in modo permanente in Ospedali di prima fascia in tutta Italia come il Policlinico di Milano, l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Azienda Ospedaliera Brotzu, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana – Cisanello, l’Ospedale Murri di Fermo.
Rita Petruccioli, illustratrice e fumettista romana. Collabora con le maggiori case editrici in Italia e all’estero e con riviste come Internazionale Kids e La Revue Dessinée Italia. Ti chiamo domani è il suo graphic novel d’esordio come autrice unica, edito da Bao Publishing nel 2019. Insieme a Lorenzo Ghetti è autrice di Isa Vince Tutto, libro a fumetti pubblicato nel 2022 da Rulez e vincitore del premio come “Miglior webcomic” al TCBF e del “Premio Giovani Letture” al Comicon di Napoli 2023. Nel 2021 il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia, con l’installazione “Sisterhood in the Neighborhood. Detoxing Public Space From Patriarchy”. Ha insegnato alla RUFA e alla The Sign Comic & Art Accademy. Si è occupata di progettazione culturale e curatela per i festival ARF!, La Città Incantata, per la mostra Women in Comics e per la Casa delle donne Lucha y Siesta.
Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it
6 marzo 2024 – Presentazione Workshop Aula Magna ‘’Lea Mattarella’’ Accademia di Belle Arti di Roma Via di Ripetta, 222.
7 e 8 marzo 2024 – Date del workshop Dalle 9.00 alle 17.00 Art Forum Würth Capena via della Buona Fortuna 2 Capena, (RM).
Workshop promosso dall’Associazione Hairam APS, in collaborazione con Art Forum würth Capena.
A cura della Prof.ssa Maria Jacomini – Principi e Tecniche della Terapeutica Artistica.
Con la partecipazione del Centro diurno di Monte Tomatico (ASL ROMA 1) e l’Accademia di Belle Arti di Foggia.
Premessa
L’Associazione Hairam APS e L’Art Forum Würth Capena, collaborano dal 2014 per la promozione di progetti di integrazione attraverso l’arte e l’arteterapia, con una costante e crescente partecipazione di persone adulte con disabilità nei percorsi laboratoriali che si svolgono annualmente presso la sede dell’Art Forum Würth Capena.
I 12 incontri annuali, che si svolgono ormai da 10 anni, talvolta sono stati integrati grazie a finanziamenti ricevuti dall’associazione, che ha sempre tenuto a sviluppare queste attività e ad aumentare la qualità dell’impegno ampliandone l’offerta.
Le mostre integrate annuali sono diventate, sempre più, un appuntamento fondamentale per centinaia di artisti partecipanti, e le occasioni di Performance e Workshop che le hanno animate, hanno permesso ai fruitori di cogliere e assimilare le potenzialità creative delle persone con disabilità, potenziando le finalità del progetto.
Le Tavole Rotonde sui criteri di qualità nei servizi per le persone con disabilità del Lazio, hanno coinvolto sempre più realtà extraterritoriali, e hanno creato una interazione tutti i contesti sociali che si occupano dell’integrazione delle persone con disabilità, come Enti, Comuni, Università, Accademie, Centri Diurni, Associazioni e Cooperative, contribuendo nel tempo a creare una fitta e solida rete sociale che ha il suo centro propulsore proprio nell’Art Forum Würth Capena.
La tematica dell’Animale Fantastico
La proposta artistica di quest’anno si muove come sempre dall’ispirazione emersa dalla mostra in corso: “Namibia, artisti di una nuova generazione”. Ma a differenza delle scorse edizioni ciò che ha colpito l’immaginario del gruppo, sono le numerose figure degli animali presenti in mostra, e in particolare le sculture realizzate con i materiali poveri.
L’elaborazione che vorremmo sviluppare è quella di una tematica molto profonda, L’animale fantastico, dove le diverse caratteristiche di queste figure, permettono di elaborare l’universo inconscio di ciascuno di noi, nelle sue diverse forme animali, così come sono state individuate dagli studi di C. G. Jung.
Inoltre, gli animali fantastici sono storicamente il frutto dell’integrazione di più animali, che contribuiscono a portare in uno stesso oggetto non solo diverse parti di sé, ma l’opera nascerà dall’integrazione di più persone, favorendo la socializzazione e il riconoscimento di gruppo di chi vi partecipa.
I materiali
I materiali poveri con cui realizzeremo il progetto, oltre ad appartenere ad un’etica ambientale, perché naturali o perché sono frutto di un riciclo creativo, sono anche i materiali di produzione della stessa azienda Würth, che ci permetterà di portare a compimento un’integrazione totale con tutti i diversi ambiti in cui la Würth sviluppa i suoi obiettivi.
L’opera
L’opera finale sarà realizzata dal gruppo sullo stimolo dell’artista De Scisciolo.
L’intento è quello di trasformare la traccia – scarabocchio realizzata dal gruppo, come segno dell’energia vitale che affiora sulla superficie bidimensionale del foglio, in un Serpente tridimensionale.
Il Serpente è il simbolo di profonde energie vitali in grado di svilupparsi, emergere e trasformare creativamente la nostra individualità.
Animale che si trova in ogni cultura del mondo e simbolicamente rappresenta il primo stadio di emersione dell’inconscio, ma anche la trasformazione, la cura, l’evoluzione della propria identità, che qui diventa un’identità di gruppo. “Abituati a temere il nostro istinto e le nostre emozioni, abbiamo confinato il simbolo del Serpente in sfere di negatività profonda, dimenticando che tra le tante qualità che esso rappresenta molte potrebbero esser preziose per ravvivare e rinnovare la nostra vita quotidiana e renderla più in contatto con la nostra parte viscerale. Il Serpente come simbolo di trasformazione e rinnovamento è un archetipo di tutte le culture”. C. G. Jung
Il serpente prenderà forma sulla traccia stessa del segno grafico, attraverso il filo di ferro che ne ripercorrerà il tragitto e genererà degli spazi – aree, in cui si potranno integrare 3 materie appartenenti rispettivamente ai 3 mondi naturali: lana = animale; ferro = minerale; canapa = vegetale.
Lo scarabocchio rielaborato attraverso il fil di ferro verrà reso tridimensionale grazie alla rotazione o torsione delle superfici che si verranno a creare dall’incrocio del filo.
I partecipanti interpreteranno con modalità spontanee e personali le superfici con i 3 materiali, realizzando texture di vario genere e di vario spessore.
Si svilupperà su di una superficie di circa 2 / 2,50 metri quadrati o lineari
Si potrà allestire sia in orizzontale che in verticale
Si valuterà la forma in base alle elaborazioni emerse dal gruppo
Resterà all’Art Forum Wuerth fino alla chiusura della mostra
Potrà essere collocata negli spazi esterni
L’obiettivo finale
A fine maggio/giugno 2024, si intende realizzare una installazione temporanea delle scultura negli spazi interni/esterni messi a disposizione dalla vostra sede, per ambientare uno spazio fantastico, realizzato dall’allestimento delle sculture animali e dalle scenografie realizzate da persone con disabilità dell’Associazione Hairam per lo spettacolo teatrale Sogno di una notte di mezza estate, che andrà in scena al Teatro Quirino di Roma, con una compagnia del Sant’Alessio, composta da attori non vedenti. Non è difficile immaginare come questa ambientazione possa essere di stimolo per coinvolgere i fruitori della mostra in performances e workshop.
La proposta di integrazione al progetto “Attraverso l’immagine”
Per stimolare il lavoro artistico di tutti e per offrire un input all’iniziativa creativa che ci siamo proposti di realizzare, l’Associazione ha preso contatto con l’artista e scultore pugliese, Pietro De Scisciolo, invitato a Roma dall’Associazione Hairam APS.
Le giornate in cui verrà realizzata questa integrazione al progetto sono quelle del 6, 7, 8 marzo 2024. Questo periodo è stato definito per includere la giornata di laboratorio del giovedì, condotto all’Art Forum dall’Associazione Hairam, e sulla base della disponibilità di tutti gli enti partecipanti (Centro Diurno di Psichiatria di Monte Tomatico e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, ma con la partecipazione anche dell’Accademia di Belle Arti di Foggia) e in modo particolare dell’artista coinvolto nella nostra iniziativa.
In base alle disponibilità che abbiamo raccolto fin ora si espone in sintesi la proposta:
6 marzo ore 14.30/18.30 Presentazione del Progetto e delle attività dell’Art Forum
Nell’Aula Magna della sede centrale dell’Accademia di Roma in via di Ripetta, con la partecipazione degli studenti, dei professori coinvolti, dell’artista Pietro De Scisciolo e delle rappresentanti dell’Associazione Hairam APS e dell’Art Forum Würth Capena.
7 marzo ore 9.00/17.00 Workshop di Pietro De Scisciolo all’Art Forum Würth Capena
Con la collaborazione delle conduttrici e dei tirocinanti dell’Associazione Hairam APS e degli studenti e delle studentesse dell’Accademia, con il gruppo dei partecipanti al progetto Attraverso l’immagine 2024.
8 marzo ore 9.00/13.00 Workshop di Pietro De Scisciolo all’Art Forum Würth Capena
Con la collaborazione delle conduttrici e dei tirocinanti dell’Associazione Hairam APS e degli studenti dell’Accademia, aperto al centro Diurno di Monte Tomatico.
Aprile/Maggio in data ancora da definire Presentazione del Progetto e delle attività dell’Art Forum Würth Capena
Nell’Aula Magna della sede centrale dell’Accademia di Foggia, con la partecipazione degli studenti e delle studentesse, dei professori coinvolti, dell’artista Pietro De Scisciolo e delle rappresentanti dell’Associazione Hairam APS e dell’Art Forum Würth Capena.
Pietro De Scisciolo nasce a Terlizzi il 17 giugno 1967.
Scopre e coltiva fin da subito la passione per la scultura frequentando il laboratorio artigiano del padre scalpellino, insieme agli studi d’arte di altri maestri locali.
Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bari diplomandosi in scultura nel 1990, assecondando la sua inclinazione per il figurativo.
Il contatto con la materia e la padronanza della tecnica ne determinano con convinzione la volontà di ritenersi e definirsi scultore piuttosto che artista.
Vince numerosi concorsi e bandi per assegnazioni di opere d’arte ufficiali, sia religiose che istituzionali, e i suoi lavori sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private.
La sua ricerca estetica è un dicotomico equilibrio tra il ludico e il poetico, prediligendo una lavorazione e un uso dei materiali che si pongono in continuità con la tradizione. Un connubio di linguaggi con cui propone opere accattivanti per la loro efficacia e resa realistica, ironiche e provocatorie al tempo stesso. La tridimensionalità si traduce in interventi sitespecific di carattere installativo e nei monumenti commissionati per piazze ed edifici pubblici, collocati anche oltre i confini regionali.
Ne consegue una fluida e autentica interazione delle strutture con l’ambiente naturale dei vari contesti territoriali, storici e sociali in cui si inseriscono. Come nel caso dell’Apulia Land Art Festival nel 2018 e del MACboat 2020 a Bisceglie. Dal 2012 è presente in molti Simposi Internazionali di Scultura.
Lavora presso il suo studio-laboratorio di Terlizzi (BA) e dal 2010 ad oggi è stato docente presso le Accademie di Belle Arti di Bari, Lecce, Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria e attualmente ricopre il ruolo di docente di Plastica Ornamentale presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia.
Il ciclo di incontri verte sul rapporto tra arti e nuove tecnologie, nella consapevolezza che le future generazioni di professionisti del settore dovranno necessariamente confrontarsi con problemi complessi che interessano aspetti giuridici, economici e, latusensu, culturali. Ogni incontro sarà dedicato ad una diversa declinazione del tema e avrà come protagonista un esperto del settore.