Open House 2024

13 aprile 2024
Dalle 10:00 alle 17:00 – Visite ogni ora

Accademia di Belle Arti di Roma
Sede storica, Via di Ripetta, 222.


Visite accessibili:

Visita dedicata a persone cieche e ipovedenti
ore 11:00
a cura di Flavia Coccioletti

Visita dedicata a adolescenti con disturbo dello spettro autistico
ore 15:00
a cura di Martina Isernia

Servizio di interpretariato LIS disponibile durante tutto l’orario di visita (10:00 –17:00)
a cura della CREI – professionisti della lingua dei segni

 

Il prossimo 13 aprile la sede principale dell’Accademia di Belle Arti di Roma di Via di Ripetta aprirà le sue porte a chiunque avrà voglia di visitarla! ABARoma infatti aderisce anche quest’anno all’iniziativa Open House Roma, evento che celebra il design e l’architettura della Capitale, offrendo un’occasione unica per visitare le bellezze nascoste della nostra città e, in particolare, la sede principale dell’Accademia di Belle Arti di Roma, accompagnati dalla guida degli studenti e delle studentesse dell’Accademia stessa.

Tradizionalmente chiamato “Il ferro di cavallo”, per la sua struttura architettonica, l’edificio è stato costruito, su progetto di Pietro Camporese il Giovane, tra il 1838 e il 1844 e, per volere di Papa Gregorio XVI, divenne sede dell’Accademia di San Luca nel 1845.

Quest’anno però ABARoma ha scelto di fare un passo avanti ponendo al centro della programmatica della giornata l’accessibilità e l’inclusione.
A seguito dell’attivazione nel 2022 delle borse di dottorato in Scienze del Patrimonio Culturale, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata, che hanno visto vincitori due progetti incentrati sull’accessibilità nei siti culturali, gli aspetti della ricerca e dell’accessibilità sono diventati punti focali dell’istituzione.
In occasione dell’evento annuale che apre le porte della sede storica di Via Ripetta si è quindi deciso di dedicare particolare attenzione a queste tematiche attraverso visite accessibili dedicate a ciechi e ipovedenti, adolescenti con disturbo dello spettro autistico e con servizio di interpretariato LIS per tutto l’orario delle visite.

Per info e prenotazioni visita il sito: openhouseroma.org

 

Ufficio Comunicazione dell'Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

Visioni emergenti. La Galleria A.O.C.F58 ospita giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Queste personali di due giovanissime artiste, molto diverse tra loro, rappresentano il primo segmento di un progetto destinato a svilupparsi nel tempo: la vocazione della storica galleria romana, A.O.C. F58, a scoprire e promuovere artisti emergenti e nuove voci dello scenario contemporaneo si incontra con l’Accademia di Belle Arti di Roma, luogo di eccellenza nella formazione artistica italiana e vivaio di nuovi talenti, inaugurando una nuova e importante collaborazione. La diversità di linguaggi e di visione tra le due artiste, Gahel Zesi e Virginia Lorenzetti, testimonia la pluralità di linguaggi e visioni generata dall’ambiente fecondo e stimolante dell’Accademia di Roma.

 

Virginia Lorenzetti
A bassa voce

Inaugurazione 28 marzo 2024, ore 18

La Galleria presenta un insieme di carte dipinte a mano intelaiate e alcuni libri d’artista da lei realizzati.
La mostra è accompagnata da una brochure con testi di Marina Bindella e Beatrice Peria, realizzata con il contributo dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
Il lavoro di Virginia Lorenzetti, pienamente e liricamente astratto, è caratterizzato da una continua sperimentazione sulle tecniche e sui colori, in una ricerca di sottili e delicati equilibri formali, in cui il rigore progettuale mantiene un’alea rispetto all’esito finale; un atteggiamento logico, che però non esclude una grande sensibilità poetica, un rischio controllato, che aggiunge un margine di libertà e imprevedibilità alle opere. Nella tintura dei fogli, infatti, il caso ha certamente la sua parte, ma si tratta di una casualità parziale e, mediante un’operazione manuale, forzata a non oltrepassare i limiti stabiliti.
Le immagini sono il risultato di prove incessanti, fino al raggiungimento degli accordi giusti, della giusta frequenza e intensità, luminosa e cromatica. E forse proprio questa dimensione quasi classica dell’immagine, questo provvisorio, fragile e effimero momento, in cui tutti gli elementi si bilanciano tra loro, sembra essere la nota dominante di questo prezioso lavoro, che già si volge verso nuovi orizzonti.

Biografia
Virginia Lorenzetti, nata a Genzano di Roma nel 1998, studia e lavora attualmente a Dresda, in Germania. Si è formata tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si è diplomata nel 2023 in Grafica d’Arte con Marina Bindella, e la Germania, dove ha frequentato il dipartimento di Arte del Libro alla Kunsthochschule Burg Giebichenstein Halle (Saale) e il dipartimento di Arti Visive alla Hochschule für Bildende Künste Dresden, dove è attualmente iscritta al Master post-graduate con Anne Neukamp. Ha esposto dal 2017 ad oggi in varie gallerie e istituzioni in Italia e all’estero, vincendo nel 2021 il concorso del Ventaglio del Presidente, XII edizione, Roma.

Tra le mostre recenti si ricordano:
“Beyond the glitch”, bias FLINTA* projects, Dresda (2024); “(re)presents”, Gallery Goldene Pforte, Dresda (2023); “Da questa a quella stella”, Museo diocesano di Albano (Roma) (2023; “Oltre il Ventaglio”, Castello di Moncalieri, Torino (2023); ”Books as Art”, Gramma_Epsilon Gallery, Atene (2023); “Fading II”, Atelier Punktbrot, Berlino (2023); “Incontri nel tempo”, Scuderie di Palazzo Orsini-Colonna, Tagliacozzo (L’Aquila) (2023); “Immagini e colori della scienza”, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2022); “Impressum est”, Biblioteca Vallicelliana, Roma (2022); Biennale di Fiber Art, Palazzo della Signoria, Spoleto (2021); “Io e Me”, Sala 1 – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Roma (2021); “Existenz Kapitel 2: Spuren – im Oktogon”, Kunsthalle der HfBK Dresden, Dresda (2021).

 

Gahel Zesi
Doveri coniugali: castità, fedeltà e maternità

Inaugurazione 21 marzo 2024, ore 18

La Galleria presenta una serie di dipinti e alcune xilografie, che compongono una sequenza narrativa dai contenuti spesso violenti e sgradevoli, centrati su tematiche di genere, ma trattati con un’ironia dissacrante.
La mostra è accompagnata da una brochure con testi di Marina Bindella, Beatrice Peria e Claudio Libero Pisano, realizzata con il contributo dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
Gahel Zesi ci racconta in modo impietoso, e dichiaratamente perturbante, le perversioni e la violenza che si nascondono dietro la perbenistica e stereotipata facciata dei valori tradizionali, nell’intimità di una famiglia, ma con una riduzione quasi fumettistica delle forme, un’ironia giocosa che costruisce una narrazione certo inquietante, ma quasi irreale nella sua deriva pop. Sono immagini aspre, taglienti, che non danno scampo allo spettatore, costretto a confrontarsi con lo svelamento di tutte le ipocrisie e le logiche di potere che, da sempre, si nascondono nel rapporto tra maschile e femminile. Così, nelle xilografie, troviamo scene di sessualità violenta o cappucci del Ku Kux Klan che compaiono accanto a carta da parati con roselline, o ancora, le svastiche sono usate come motivo ornamentale o si vedono sulla copertina di un libro da leggere ai bambini. Questa costruzione ossimorica dell’immagine è forse l’aspetto più originale del lavoro di Gahel, che si presenta come una nuova e promettente voce della narrazione artistica contemporanea.

Biografia
Gahel Zesi, nata a Latina nel 2001, si è diplomata al Liceo Artistico Statale di Latina nel 2020, e si è appena diplomata al triennio di Pittura nell’Accademia di Belle Arti di Roma, con Sergio Sarra. La sua ricerca affronta diversi linguaggi come la pittura, il disegno, matrice del suo lavoro, che si snoda e si sviluppa in numerosi taccuini, e la xilografia. 2022 – Mostra collettiva “Sensi futuri”, Teatro del Lido di Ostia
2022- Mostra collettiva “Cinguettii”, Formia, centro storico di Maranola
2023-Mostra personale “Inseminazione traumatica”, Bar.lina, Roma
2023-Mostra collettiva “Secondo piano”, Ex Fervisma, Lanciano
2023-2024-Mostra collettiva “ArtEuropa”, Europa Experience, Roma

 

 

Virginia Lorenzetti
A bassa voce
Dal 28 marzo al 5 aprile

Gahel Zesi
Doveri coniugali: castità, fedeltà e maternità
Dal 21 marzo al 26 marzo

 

Galleria A.O.C.F58 – Galleria Bruno Lisi
via Flaminia 58 – 00196 Roma
tel. 06 88937375 – 333 9652149

Orario apertura
Dal martedì al venerdì ore 17.00-19.30 (gli altri giorni per appuntamento)
aocf58@virgilio.itwww.aocf58.itwww.facebook.com/AOCF58www.instagram.com/aocf58

 

Logo Accademia di Belle Arti di Roma   Logo della galleria A.O.C.F58

Regia, scene, costumi: sinergie e contrapposizioni

Organizzata dalla Scuola di Scenografia.

A cura di Claudia Federici.

Aperto a tutte le Scuole ma consigliato alle Scuole di Scenografia e di Cinema, Fotografia, Audiovisivo.

Livio Galassi, dopo una lunga carriera come attore cinematografico e teatrale, si è definitivamente dedicato alla regia. Egli crede fermamente che lo spettacolo – testo, scene e costumi – sia il valore principale nel teatro contemporaneo, dove la teatralità trova significato ed energia nei contrasti emotivi. Secondo Galassi, questi sentimenti “teatrali” sono universali e immutabili, manifestandosi in contesti diversi: le lacrime delle “Troiane” riflettono le sofferenze delle vittime delle violenze dell’Isis, il delitto di Medea si confronta con tragici eventi di cronaca, e le satire dissacranti di Aristofane trovano eco nelle produzioni contemporanee. Il vecchio o il nuovo per Galassi non sta nelle parole, ma nel modo in cui vengono dette. Nel modo in cui vengono rappresentate. In un testo classico o moderno non cerca ciò che è contemporaneo ma ciò che è assoluto.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

 

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Disegni architettonici di Bernini dal 1931

 

Il 19 marzo 2024 si terrà la Lezione inaugurale del Dottorato di Ricerca di Interesse Nazionale per l’a.a. 2023/2024, dal titolo: “Disegni architettonici di Bernini dal 1931. Il Corpus Absolutissimum di Brauer e Wittkower”. La lezione sarà tenuta dal Prof. Tod Allan Marder (Rutgers University).

 

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Toti Scialoja. In una luce chiarissima

Introduce:
Cecilia Casorati, critico d’arte e direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Interventi di:
Gregorio Botta, artista e giornalista
Arnaldo Colasanti, presidente della Fondazione Toti Scialoja
Barbara Drudi, docente e storica dell’arte
Marco Tirelli, artista e presidente dell’Accademia di San Luca
Patrizia Veroli Di Genova, storica della danza

Modera:
Guglielmo Gigliotti, docente e critico d’arte

Mercoledì 27 marzo 2024, alle ore 17.00, si terrà all’Accademia di Belle Arti di Roma la presentazione del volume Toti Scialoja. In una luce chiarissima, a cura di Barbara Drudi (Gli Ori Editori Contemporanei).

La presentazione di svolge in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca, di cui l’artista è stato Accademico pittore dal 1988, diventandone poi vicepresidente.

Toti Scialoja, non è stato soltanto docente per quasi trent’anni (1953-1982), e poi direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma dal 1982 al 1986, ma è stato il “maestro” di intere generazioni di artisti che si sono formate nella capitale.

Scialoja amò moltissimo insegnare, godendo di un particolare apprezzamento da parte della stragrande maggioranza dei suoi allievi. Per queste ragioni, l’Accademia di Belle Arti di Roma appare oggi il luogo più appropriato dove presentare la prima vera e completa monografia sulla vita e sulle opere di Toti Scialoja (1914-1998) a firma di Barbara Drudi, storica dell’arte e nipote di Scialoja.

Il metodo d’insegnamento di Toti Scialoja, non si basava su presupposti concettuali o teorici trasmessi – dal docente all’allievo – come valori assoluti, ma inteso principalmente come una scuola del ‘fare’: Toti Scialoja improntava infatti le sue lezioni, dopo la doverosa propedeutica spiegazione teorica, sempre al lavoro manuale in aula: si metteva allo stesso livello dei suoi allievi e realizzava opere – ex tempore – sotto i loro occhi attenti, poi li stimolava a intervenire attivamente, sia mediante commenti sia, nel caso, operando direttamente delle modifiche.

La classe diventava allora un laboratorio, un luogo di esperienze continue, di lavoro collettivo intorno alla progettualità dell’opera d’arte. Tuttavia, Scialoja pur con quel suo mettersi alla pari, era tutt’altro che un insegnante indulgente. Per lui la libertà offerta si accompagnava sempre a una richiesta di responsabilità, non era uno semplice laissez faire: lo studente doveva rispondere di quanto aveva fatto. Per molti, e soprattutto per i giovani artisti “in erba”, lui diventava perciò qualcosa di più di un semplice maestro di tecnica. La singolarità della monografia di Barbara Drudi sta nel fatto che non si tratta solo e semplicemente di memorie private e familiari, ma il tutto è narrato in un doppio registro, come spiegato di seguito dall’autrice:

Ho scritto questo libro partendo da due differenti punti di vista: quello privilegiato della nipote – Toti Scialoja era mio zio acquisito poiché marito di Gabriella Drudi, a sua volta sorella di mio padre – e quello della storica che si occupa da anni della materia.

Nel libro, si narra l’itinerario pittorico di Scialoja a partire dagli esordi nella pittura figurativa espressionista (1940), quando era sostenuto da Cesare Brandi, e si analizza il passaggio all’astrazione (1954) – accostandolo agli amici Afro Basaldella e Burri – per arrivare allo stile più maturo della riconquistata gestualità (1983). Per quanto riguarda la poesia, Barbara Drudi – essendo una dei tre destinatari (con la sorella Alice e il cugino James) dei celebri nonsense – racconta dall’interno la genesi di quelle liriche e traccia un percorso dettagliato di tutta la produzione poetica di Scialoja. Infine, la scenografia e l’insegnamento di Scialoja all’Accademia di Belle Arti di Roma costituiscono un capitolo ricco di informazioni e commenti di prima mano.

 

Biografia di Barbara Drudi:
Barbara Drudi è una storica dell’arte, Dottore di Ricerca all’Università della Tuscia (2014) e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Le sue ultime pubblicazioni: “Ut pictura poësis: William Demby’s Writing and the Roman Visual Neo-Avant- Garde”, in African American Review A publication of Johns Hopkins University Press, (Summer/Fall 2022); “New York in the Forties: Milton Gendel among the Surrealists in Exile”, in La Revue Mélusine (gennaio 2022). I libri: Gabriella Drudi. Scritti scelti. (Gli Ori, 2023); Milton Gendel. Uno scatto lungo un secolo, (Quodlibet, 2017); Arti Visive – La rivista di Ettore Colla 1952-1958 (Gli Ori 2011) e Afro da Roma a New York (Gli Ori 2008). Vive e lavora a Roma.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

 

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Le comodità amputano i nostri sensi?

 

La nostra vita ormai si avvale di mille comodità di ogni genere, a cui spesso non prestiamo neanche attenzione. Il benessere si identifica con le tecnologie che promettono di facilitare l’esistenza. Non si tratta certo di rigettarle in blocco, ma di interrogarsi sulla vera e propria « frattura antropologica » che hanno creato, soprattutto con l’avvento delle ipertecnologie : la nascita di un « homo comfort », presentato come il frutto di secoli di progresso e di crescita economica. In compenso della liberazione da una parte del dolore e della fatica tradizionali, ci siamo resi dipendenti da una tecnologia onnipresente di cui abbiamo scarsa cognizione, perdendo molte facoltà sensoriali e abilità conoscitive. Ci siamo allontanati talmente tanto da un’esperienza diretta del mondo che spesso paghiamo per ritrovarla momentaneamente. Ma l’anelito insaziabile di agio ha delle ripercussioni politiche e sociali raramente prese in considerazione. Contribuisce pesantemente al consenso sociale e ci impedisce spesso di attraversare l’esperienza sensibile delle devastazioni che la società industriale comporta. Ma abbiamo ancora delle facoltà per fare fronte ai disastri che si annunciano?

Stefano Boni insegna Antropologia sociale e Antropologia politica presso le università di Modena e Reggio Emilia. E’ l’autore di Homo comfort (Eleuthera 2014, nuova edizione 2019) e di numerosi altri saggi.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

 

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Biomeccanica e arte nel teatro del Novecento

La conferenza è stata rimandata a data da destinarsi.

 

Franco Perrelli è già ordinario di Discipline dello Spettacolo presso l’Università di Torino (DAMS) e attualmente docente al DISUM di Bari, premio Pirandello per la saggistica teatrale, direttore della Biblioteca dello Spettacolo Nordico e di Visioni Teatrali per le Edizioni di Pagina, autore – con Roberto Alonge – della Storia dello Spettacolo della UTET.

 

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Simposio stampa d’arte

 

Interventi di:
Prof. Ferdinando Fedele, docente di grafica d’arte all’Accademia di Belle arti di Roma
Prof. Giovanni Timpani, docente di grafica d’arte all’Accademia di belle arti di Carrara
Prof. Tania Campisi, docente di grafica d’arte all’Accademia di Belle arti di Roma
Prof. Gianluca Murasecchi, docente di grafica d’arte all’Accademia di Belle arti di Roma
Mimmo Grasso, poeta socio de Il Laboratorio/le edizioni Napoli

Il progetto “In tiratura limitata vol.2” di Giovanni Timpani, docente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e socio de Il Laboratorio/le edizioni, a cura del Prof. Ferdinando Fedele, si conclude con la produzione di una nuova edizione d’arte. Il workshop ha visto la collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, con le scuole di Grafica e di Pittura, e la Società editoriale Il Laboratorio/le edizioni di Napoli tra le più note stamperie d’arte italiane.
L’edizione prodotta verrà presentata venerdi 8 marzo alle ore 14.00 presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Roma nella conferenza “Simposio Stampa d’Arte. Gli Studenti, l’Accademia e la Casa Editrice”, insieme all’operato artistico della storica società editoriale Il Laboratorio/le edizioni.
La oltre quarantennale attività della Società Editoriale, fondata da Vittorio Avella ed Antonio Sgambati, valorizza l’arte a stampa nazionale ed internazionale con la realizzazione di numerosissime edizioni che risaltano il pregio dell’opera su carta tirata in serie. Un archivio ricco quello de “Il Laboratorio” che custodisce pregiate grafiche d’autore, tra cui, opere di Gillo Dorfles, Stelio Maria Martini, Meret Oppenheim, Mimmo Paladino, Harry Pearce, Mario Persico, Salvatore Emblema, Ernesto Treccani. Raccolta in continua crescita con il lavoro prodotto dalla stamperia nelle proprie sedi di Napoli, di cui una, dal 2016, presso La Fondazione Morra – Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive.
La collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma con la casa editrice campana riflette il complesso di valori istituzionali e socio-culturali nella grande filiera delle arti a stampa e induce alla necessità di riflettere sull’importanza della grafica d’arte e sugli Enti che ne hanno reso possibile la diffusione.
La cultura della grafica d’autore vive da secoli grazie ai laboratori che hanno accolto e formato i più grandi artisti; la storia delle tecniche dell’incisione e della stampa nelle accademie è oggi rappresentata da corsi di indirizzo della disciplina, con la presenza di numerosi giovani che intraprendono percorsi formativi specifici. Al contempo le stamperie d’arte rimangono centri essenziali di divulgazione dei linguaggi artistico-artigianali.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

 

A mezz’aria

A cura di Marina Bindella e Beatrice Peria

 

Inaugurazione: venerdì 1 marzo 2024, ore 18:00

La LINEA CONTEMPORANEA

 

La Linea Arte Contemporanea presenta dal l marzo al 19 marzo 2024 la mostra di Corina Surdu A mezz’aria, a cura di Marina Bindella e Beatrice Peria. La mostra si compone di una quindicina di medie e grandi xilografie, e un libro d’artista. La mostra è accompagnata da una brochure con testi di Marina Bindella e Beatrice Peria, realizzato con il contributo dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Natura, visione e memoria si intrecciano strettamente nel lavoro della giovane e talentuosa artista che traduce liricamente e con grande consapevolezza espressiva e formale una poetica che, pur ancorata alla rappresentazione della meraviglia della natura, costruisce dei mondi altri, un analogon affettivo di percezioni lontane, già vissute ed elaborate, mutate di segno e di intensità nella solitudine della coscienza, dove si caricano di risonanze simboliche e di riferimenti illustri all’arte del passato.

I segni incisi dal l’artista si attraggono e si respingono come in un campo magnetico e determinano, con i loro ritmi, la struttura della luce. Luce che è la vera protagonista del lavoro xilografico, esaltata in questi fogli dal blu di Prussia, il quale perde qui la sua referenzialità per acquistare una valenza spirituale.

Corina Surdu nasce nel 1993 in Moldavia. Nel 2015 ottiene il diploma triennale in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma con Pierluigi Berto e nel 2018 quello magistrale in Grafica d’Arte con Marina Bindella. Nel 2020 consegue il master in Grafica d’Arte Artlab, scuola laD / Accademia di Belle Arti di Roma. Partecipa a varie mostre collettive e a diversi concorsi, fra i quali: nel 2023 Xl Biennale dell’incisione italiano Contemporaneo Domenico Frationni, Campobasso; Morfogenesi, Struttura, Palazzo Odescalchi, Roma; lmpressum est, Biblioteca Vallicelliana, Roma; Lasciare un segno, Palazzo Chigi, Formello. Nel 2021: Limes, Persistenze dell’universo dantesco nel tempo, Museo Civico della Media Valle del Liri; Mysterium Noturae, Spazio Urano, Roma; nel 2019 Antico Presente L’Accademia disegno, Museo Gregoriano Profano, Città del Vaticano (alla mostra è legata una donazione di tre lavori).

Tiene due mostre personali: nel 2018 Oltre la formo a cura di Pierluigi Berto, Galleria Chiaroscuro, Roma e nel 2019 Romanze senza parole, Auditorium Piero Calamandrei di La Scala Società tra Avvocati, Milano.

Ottiene i seguenti premi internazionali: nel 2023 primo premio XXXVII Edizione Fibrenus “Premio Cornello cArte ad Arte”; nel 2022 primo premio (sezione giovani) Biennale internazionale per l’incisione – Acqui Terme; nel 2019 il primo premio Espoce Bonnefoys, Triennale Europea della Stampa contemporanea Estompodura, Toulouse.

Nel 2020 vince inoltre ex – aequo il Premio Paolo Picozza e il primo premio La Scala Art -Youth Artist Contesi Milano; nel 2018 riceve una menzione speciale al Premio di Grafico Pietro Parigi, Firenze; Lavora come tecnico di laboratorio presso la scuola di Grafica dell’Accademia di Roma, città dove vive e lavora.

 

LA LINEA ARTE CONTEMPORANEA
Via Di San Martino Ai Monti, 46, (Roma)
+39 0648900156
+39 3892729418
www.spaziolalinea.it
info@spaziolalinea.it

 

Ufficio stampa:
Simona Pandolfi
pandolfisimona.sp@gmail.com

 

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Lezioni di suono #2

L’Accademia di Belle Arti di Roma, in collaborazione con Zerynthia, organizza una giornata dedicata alla sound art. Questa edizione si focalizza in particolare sulla rielaborazione dei suoni e sulle possibilità creative sonore e musicali nell’ambito della ricerca artistica. Le opere dei quattro ospiti che interverranno arricchiranno l’archivio sonoro MPDS donato da parte di Zerynthia all’Accademia di Belle Arti di Roma.

Ogni intervento durerà 40 minuti.

La presentazione sarà svolta da Cecilia Casorati, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Gli artisti che interverranno:

Invernomuto (Milano) presenta il progetto Black Med. Simone Bertuzzi (Piacenza, 1983) e Simone Trabucchi (Piacenza 1982) vivono e lavorano a Milano e sono autori di progetti di ricerca articolati nel tempo e nello spazio, da cui derivano cicli di opere fra loro interconnesse. Su una base teorica comune Invernomuto tende a ragionare in modo aperto e rizomatico, sviluppando differenti output che assumono la forma di immagini in movimento, suoni, azioni performative e progetti editoriali, nel contesto di una pratica definita dall’utilizzo tanto disperso quanto puntuale di media differenti. La realtà vi è osservata secondo principi e interessi documentaristici, ma per restituirne una rappresentazione immaginifica e quasi astratta, che apre a margini di riflessione e interrogazione critici. Sarà presente Simone Bertuzzi.

Lucia Farinati (Londra) presenta il progetto Audio Arts (1973-2007): la registrazione della voce come pratica critica e sonora. La diffusione del registratore portatile verso la fine degli anni Sessanta ha permesso a molti artisti di sperimentare nuove modalità di produzione e distribuzione artistica incentrata sul linguaggio e sulla parola. Accanto alla proliferazione di libri d’artista, la diffusione di audio riviste a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ha dato vita a una rete di spazi alternativi alla stampa tradizionale e allo spazio espositivo della galleria e del museo. Audio Arts è stato uno degli esempi più eclatanti di questa innovazione. Farinati presenterà la sua metodologia di ricerca applicata allo studio di Audio Arts, frutto della sua stretta collaborazione con Furlong e l’archivio di Tate di Londra.

Jonathan Frigeri (Ginevra) presenta il progetto Musica per la radio. È un artista radio, performer e produttore di musica elettronica o, in una definizione meno convenzionale, è un artista speleologo e ingegnere psichico che lavora tra arte e tecnologia. Cerca di utilizzare la tecnologia con un approccio lo-fi al fine di rivelare il pensiero critico attraverso un profumo poetico. I media vengono scorticati e messi in discussione nelle loro funzioni comunicative, sociali e filosofiche.
Spinge i confini e i limiti di una realtà possibile al fine di vedere e sentire dietro le quinte e affrontare lo spazio intermedio, tra qui e là.
È il direttore fondatore dell’Istituto di Ricerca su Radio e Magia (IIRRM), dedicato alla ricerca di soluzioni immaginarie alla frontiera tra tecnologia e magia. Dirige la residenza per la radio creativa chiamata Radio Picnic, focalizzata su formati radio sperimentali.

Luca Venitucci (Roma) presenta il progetto azione/ascolto/organizzazione. Polistrumentista, improvvisatore e compositore è attivo negli ambiti delle musiche sperimentali e di ricerca da oltre trent’anni. Con il pianoforte, la fisarmonica e la voce ha sviluppato un approccio espressivo altamente originale, incentrato sull’intensità del momento performativo e su una ricerca sonora variegata che si avvale anche dell’uso di tecniche strumentali estese, dispositivi elettronici e fonti sonore non convenzionali. Esporrà il suo approccio alla composizione sonora e musicale istantanea, descrivendo sinteticamente alcuni elementi topici della propria pratica – improvvisazione estemporanea, ascolto radicale, uso di metodi procedurali – ed evidenziandone le connessioni e le similitudini con aspetti storici e recenti dei percorsi di ricerca di altre discipline artistiche. Alla presentazione verbale seguirà una performance strumentale con fisarmonica, voce e dispositivi elettro-acustici.

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Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Martina Macchia, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it