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Toti Scialoja. In una luce chiarissima

Presentazione del volume di Barbara Drudi

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Quando: 27/03-27/03/2024
alle ore 17
Dove: Aula Magna “Lea Mattarella”
ABARoma, Via di Ripetta 222, Roma
MODALITÀ DI ACCESSO: Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti disponibili

Introduce:
Cecilia Casorati, critico d’arte e direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Interventi di:
Gregorio Botta, artista e giornalista
Arnaldo Colasanti, presidente della Fondazione Toti Scialoja
Barbara Drudi, docente e storica dell’arte
Marco Tirelli, artista e presidente dell’Accademia di San Luca
Patrizia Veroli Di Genova, storica della danza

Modera:
Guglielmo Gigliotti, docente e critico d’arte

Mercoledì 27 marzo 2024, alle ore 17.00, si terrà all’Accademia di Belle Arti di Roma la presentazione del volume Toti Scialoja. In una luce chiarissima, a cura di Barbara Drudi (Gli Ori Editori Contemporanei).

La presentazione di svolge in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca, di cui l’artista è stato Accademico pittore dal 1988, diventandone poi vicepresidente.

Toti Scialoja, non è stato soltanto docente per quasi trent’anni (1953-1982), e poi direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma dal 1982 al 1986, ma è stato il “maestro” di intere generazioni di artisti che si sono formate nella capitale.

Scialoja amò moltissimo insegnare, godendo di un particolare apprezzamento da parte della stragrande maggioranza dei suoi allievi. Per queste ragioni, l’Accademia di Belle Arti di Roma appare oggi il luogo più appropriato dove presentare la prima vera e completa monografia sulla vita e sulle opere di Toti Scialoja (1914-1998) a firma di Barbara Drudi, storica dell’arte e nipote di Scialoja.

Il metodo d’insegnamento di Toti Scialoja, non si basava su presupposti concettuali o teorici trasmessi – dal docente all’allievo – come valori assoluti, ma inteso principalmente come una scuola del ‘fare’: Toti Scialoja improntava infatti le sue lezioni, dopo la doverosa propedeutica spiegazione teorica, sempre al lavoro manuale in aula: si metteva allo stesso livello dei suoi allievi e realizzava opere – ex tempore – sotto i loro occhi attenti, poi li stimolava a intervenire attivamente, sia mediante commenti sia, nel caso, operando direttamente delle modifiche.

La classe diventava allora un laboratorio, un luogo di esperienze continue, di lavoro collettivo intorno alla progettualità dell’opera d’arte. Tuttavia, Scialoja pur con quel suo mettersi alla pari, era tutt’altro che un insegnante indulgente. Per lui la libertà offerta si accompagnava sempre a una richiesta di responsabilità, non era uno semplice laissez faire: lo studente doveva rispondere di quanto aveva fatto. Per molti, e soprattutto per i giovani artisti “in erba”, lui diventava perciò qualcosa di più di un semplice maestro di tecnica. La singolarità della monografia di Barbara Drudi sta nel fatto che non si tratta solo e semplicemente di memorie private e familiari, ma il tutto è narrato in un doppio registro, come spiegato di seguito dall’autrice:

Ho scritto questo libro partendo da due differenti punti di vista: quello privilegiato della nipote – Toti Scialoja era mio zio acquisito poiché marito di Gabriella Drudi, a sua volta sorella di mio padre – e quello della storica che si occupa da anni della materia.

Nel libro, si narra l’itinerario pittorico di Scialoja a partire dagli esordi nella pittura figurativa espressionista (1940), quando era sostenuto da Cesare Brandi, e si analizza il passaggio all’astrazione (1954) – accostandolo agli amici Afro Basaldella e Burri – per arrivare allo stile più maturo della riconquistata gestualità (1983). Per quanto riguarda la poesia, Barbara Drudi – essendo una dei tre destinatari (con la sorella Alice e il cugino James) dei celebri nonsense – racconta dall’interno la genesi di quelle liriche e traccia un percorso dettagliato di tutta la produzione poetica di Scialoja. Infine, la scenografia e l’insegnamento di Scialoja all’Accademia di Belle Arti di Roma costituiscono un capitolo ricco di informazioni e commenti di prima mano.

 

Biografia di Barbara Drudi:
Barbara Drudi è una storica dell’arte, Dottore di Ricerca all’Università della Tuscia (2014) e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Le sue ultime pubblicazioni: “Ut pictura poësis: William Demby’s Writing and the Roman Visual Neo-Avant- Garde”, in African American Review A publication of Johns Hopkins University Press, (Summer/Fall 2022); “New York in the Forties: Milton Gendel among the Surrealists in Exile”, in La Revue Mélusine (gennaio 2022). I libri: Gabriella Drudi. Scritti scelti. (Gli Ori, 2023); Milton Gendel. Uno scatto lungo un secolo, (Quodlibet, 2017); Arti Visive – La rivista di Ettore Colla 1952-1958 (Gli Ori 2011) e Afro da Roma a New York (Gli Ori 2008). Vive e lavora a Roma.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

 

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