Franco Nonnis

Presentazione del catalogo della mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

 

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Quando: 14/05-14/05/2024
Ore 17:00
Dove: Accademia di Belle Arti di Roma, Aula magna ‘’Lea Mattarella’’, Via Ripetta, 222
La partecipazione alla conferenza è cumulativa per il raggiungimento di CFA (quattro conferenze corrispondono a 1CFA).

Saluti istituzionali di Cecilia Casorati, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Interventi di:
Francesca Romana de Paolis, giornalista, critica d’arte e curatrice indipendente
Daniela Lancioni, curatrice senior Palaexpo
Claudia Palma, già direttrice dei Fondi storici, Archivio Fotografico e Bioiconografico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Paolo Rotili, professore di Composizione, Conservatorio di Musica “Santa Cecilia”, presidente dell’Associazione Nuova Consonanza

Modera:
Marco Rinaldi, professore di Storia dell’Arte Contemporanea e Storia del Design, Accademia di Belle Arti di Roma

Durante la presentazione del libro il maestro Gianni Trovalusci, presidente della Fondazione Scelsi, eseguirà i seguenti brani:
Franco Evangelisti (1926-1980): Proporzioni – strutture per flauto solo (1958)
Giacinto Scelsi (1905-1988): Mantram – canto anonimo per strumento basso (1987), versione per flauto basso di Gianni Trovalusci.

Presentazione del catalogo della mostra «Sobre sì mismo»: Franco Nonnis 1959-1965, a cura di Maurizio Farina, Francesco Mozzetti, Guido Rebecchini, casa editrice TLON, Roma, 2023.

Il catalogo, che fa seguito all’esposizione tenutasi presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea tra il febbraio e il marzo del 2022, presenta un ampio corpus di opere di Franco Nonnis (1925-1991) realizzate tra la seconda metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta. Si tratta di un nucleo di dipinti su tela e su carta e di una selezione di progetti e materiali che documentano l’ampiezza dei suoi interessi i quali, oltre alla pittura, si estendevano alla musica, alla poesia e al teatro. Artista poliedrico e intellettuale completo, Nonnis fu uno spirito inquieto e indipendente che mantenne intensi contatti con artisti quali Achille Perilli e Gastone Novelli, con la neoavanguardia letteraria dei Novissimi e del Gruppo 63 e con il mondo del Nuovo Teatro, arrivando a formare strettissimi sodalizi con Franco Evangelisti e Alfredo Giuliani. Protagonista di un’importante mostra al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (Sapienza Università di Roma) nel 1991, l’opera di Nonnis è stata successivamente pressoché dimenticata se non da pochi specialisti e da coloro che lo hanno conosciuto e con cui aveva collaborato. È merito della Galleria Nazionale di Arte Moderna di aver promosso, attraverso la mostra del 2022, il reinserimento della sua figura di alto valore nel panorama a lui contemporaneo.

Formatosi con Roberto Melli a Roma e Ottone Rosai a Firenze, Nonnis abbandonò presto la figurazione, stimolato da ripetuti soggiorni in Germania, dove avviò la sua carriera espositiva come pittore astrattista. Intorno al 1960, si trovò a vivere uno snodo fondamentale della cultura artistica in Italia, teso tra le correnti informali, le novità americane che cominciavano ad affacciarsi sul panorama nazionale, e i primi interventi concettuali. Comune a molte di queste ricerche era la tendenza a considerare il dipinto come oggetto concreto che si risolve nella sua superficie, basti pensare a Fontana su un versante più concettuale e a Burri su quello invece della materia. Fu proprio alle opere di Burri, che Nonnis conosceva, che i suoi dipinti risposero più intensamente, senza però abbandonare la ricerca poetica di significati enigmatici e personali, spesso esclusivamente suggeriti da titoli evocativi. Caratterizzato da una forte tensione sperimentale, questo percorso lo ha portato a creare dapprima dipinti ad olio e poi, progressivamente, da un lato a sperimentare nuove tecniche come l’uso di terra, sabbia e cartone ondulato nei dipinti, e dall’altro a realizzare collages di poesia visiva realizzati in collaborazione con Alfredo Giuliani.
Nel 1961 Nonnis fu invitato dal Movimiento Artístico del Mediterráneo a Valencia, dove trascorse alcuni mesi e pose le basi per una serie di mostre che si tennero a Madrid, Valencia e Barcellona, e dove ebbe l’opportunità di mostrare i suoi quadri più intensi e maturi, dai toni terrosi e le superfici scabre. Nel 1963 espose anche a Venezia, Roma e Milano dividendo la sua produzione tra collages poetici e opere polimateriche. A partire dal 1965, tuttavia, il suo crescente coinvolgimento nelle attività teatrali, in particolare con il Teatro Centouno dove matura l’importante sodalizio con il regista Antonio Calenda, prese di fatto il sopravvento sulla pratica pittorica e prestigiosi incarichi come scenografo fecero seguito negli anni successivi.
Costantemente teso, nella sua attività pittorica, alla ricerca di una autenticità che raggiunse sperimentando forme e materiali spogli da ogni graziosità e, nelle attività parallele, lasciando libero il freno alla sua fervida e spesso ironica immaginazione, Nonnis seppe trovare soluzioni formali e concettuali del tutto inedite e sperimentali. Proprio per l’originalità e l’intensità di queste ricerche, Nonnis merita oggi di uscire dall’ombra anche con questo catalogo che nei contributi attraversa i molteplici interessi di Nonnis. Arte, filosofia, matematica, avanguardie musicali, letterarie e teatrali coesistono nella sua figura di intellettuale libero da condizionamenti, di artista originale figlio di quei magici anni Sessanta.

Tutto questo si rispecchia nell’Archivio di Franco Nonnis, acquisito sempre dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, e continuamente citato e analizzato nei contributi del catalogo.

 

Biografia dell’artista
Dopo aver studiato matematica e fisica a Roma, sua città natale, Franco Nonnis (1925-1991) si dedica con continuità alla pittura per un decennio, a partire dalla metà degli anni Cinquanta. Formatosi con Roberto Melli a Roma e Ottone Rosai a Firenze, abbandona presto la figurazione, stimolato da ripetuti soggiorni in Germania, dove avvia la sua carriera espositiva come pittore astrattista (Colonia, Coblenza, Bad Godesberg).
Gli interessi per le sperimentazioni musicali e letterarie portano Nonnis a stringere strettissimi sodalizi con il compositore Franco Evangelisti e lo scrittore Alfredo Giuliani. Nel 1957-58 collabora con Evangelisti su vari aspetti della composizione elettronica Incontri di fasce sonore, mentre, nel 1959-60 e nel 1962, il compositore lo coinvolge, rispettivamente, nelle nascenti attività del Gruppo Universitario Nuova Musica di Palermo e in quelle dell’Associazione Nuova Consonanza di Roma. Con Giuliani realizza, a partire dal 1960/61, numerose opere verbo-visive (collage-cronogrammi), che vengono esposte, una prima volta, nel novembre 1961 alla Libreria Al Ferro di Cavallo di Roma.
Nel 1961 Nonnis viene invitato dal Movimiento Artístico del Mediterráneo a Valencia, dove trascorre alcuni mesi e pone le basi per una serie di mostre che si terranno a Madrid, Valencia e Barcellona. Nel 1962-63 crea con Evangelisti il lavoro di teatro musicale La scatola (Die Schachtel), che continuerà a impegnarlo per diversi anni. Nel 1963 espone a Venezia, Roma e Milano, dividendo la sua produzione tra collage poetici e opere polimateriche.
Intorno alla fine del 1964 realizza alcune grandi tavole a partire dall’Hilarotragoedia di Giorgio Manganelli, e intreccia più strettamente le sue attività a quelle degli scrittori del Gruppo 63 e all’ambito del Nuovo Teatro. Mentre cresce il suo coinvolgimento nelle attività di scenografo e costumista la sua produzione pittorica diminuisce, fino a terminare del tutto nel giro di pochi anni.
In ambito teatrale collabora con la Compagnia Teatro dei Novissimi di Roma (1964-65) e, stabilmente, con il Teatro Centouno di Roma (1965-68) diretto da Antonio Calenda e Virginio Gazzolo. Con il Centouno vengono messi in scena spettacoli su testi di Giorgio Manganelli, Boris Vian, Günter Grass, Corrado Augias, Pablo Picasso, Guillaume Apollinaire, Harold Pinter, Bertolt Brecht, che destano grande attenzione anche da parte di istituzioni come il Piccolo di Milano e il Teatro di Roma. Calenda, Gazzolo e Nonnis sono inoltre tra i firmatari della dichiarazione Per un convegno sul nuovo teatro della rivista «Sipario» (novembre 1966), che porta il Centouno a partecipare al Convegno di Ivrea (giugno 1967) e alla stagione 1967-68 delle compagnie sperimentali aderenti all’Associazione Nuovo Teatro.
Negli stessi anni intensifica il suo impegno anche nell’ambito del teatro musicale, curando The Emperor of Ice Cream di Roger Reynolds (1965), Scene del potere di Domenico Guàccero (1965 e 1968) e Mahagonny di Kurt Weill (1967), collaborando, per alcune di queste produzioni, anche con la Compagnia del Teatro Musicale di Roma diretta dai compositori Domenico Guàccero ed Egisto Macchi.
Nel 1968/69-70 prosegue la collaborazione con Calenda al Teatro Stabile di L’Aquila, con il quale vengono messi in scena Il dio Kurt, Coriolano, Operetta, l’Orestiade e La cortigiana, e lavora con i registi Martin Mumme, Ghigo De Chiara, Gennaro Pistilli e Massimo Manuelli in vari spettacoli in diverse città d’Italia.
Negli anni Settanta e Ottanta, oltre a proseguire le collaborazioni con Nuova Consonanza – per la quale cura diversi materiali a stampa, la struttura a cupola per il Festival del 1977, e la parte visiva di ecLIPSe di Walter Branchi e Renato Pedio per il Festival del 1978 – porta avanti il suo impegno in ambito teatrale in spettacoli diretti da Marco Parodi, Virginio Gazzolo, Gennaro Magliulo, Ida Bassignano, Gigi Proietti, e collabora al film di Calenda Il giorno del furore (1973). Negli stessi anni si dedica, inoltre, all’insegnamento in diverse istituzioni: Scenotecnica e Scenografia all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila (1970-78), Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Carrara (1978-79) e Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Firenze (1979-89); inoltre lavora come scenografo anche in alcune produzioni televisive.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it