ValerioCarando
Valerio Carando (Casale Monferrato, 1982). Laureato in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale all’Università di Roma Tre, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia delle Arti Visive e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Pisa (con una tesi incentrata su itinerari formali e stili di regia nel cinema spagnolo del periodo franchista). Dal 2022 è docente di Elementi di comunicazione giornalistica all’Accademia di Belle Arti di Roma e di Regia alla LABA di Rimini. Ha scritto di cinema su varie pubblicazioni italiane («Segnocinema», «il manifesto», «La Furia Umana», «Cineforum», «Filmcritica») e spagnole («Dirigido por…»). È autore dei volumi Il clan dei cineasti. L’estetica del noir secondo Jean-Pierre Melville, José Giovanni, Henri Verneuil (Prospettiva, 2011), Antoni Padrós, pertorbador de consciències/Antoni Padrós, disturber of consciences (Ajuntament de Terrassa/Filmoteca de Catalunya, 2015), Gli indesiderati. I sentieri di Walter Benjamin in un film di Fabrizio Ferraro (DeriveApprodi, 2018) e De Escipión a Berlusconi. Una historia de Italia en 50 películas (Editorial UOC-Universitat Oberta de Catalunya, 2019; con Rosa Gutiérrez e Ludovico Longhi), nonché di vari saggi pubblicati in volumi collettanei e riviste accademiche. Per il Lucca Film Festival ha curato, in collaborazione con la Filmoteca de Catalunya (Barcellona) e la Cineteca Nazionale (Roma), le retrospettive su Antoni Padrós (2013) e Ninetto Davoli/Enrique Irazoqui (2014). Per la 60ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha curato, in collaborazione con Eddie Saeta (Barcellona) e la Cinémathèque Suisse (Losanna), gli omaggi a Luis Miñarro e Myriam Mézières (2024). Ha collaborato a vario titolo con le attività di festival e istituzioni quali il Festival Internacional de Cine de San Sebastián, il Loop Festival Barcelona, L’Alternativa [Festival de Cinema Independent de Barcelona], I milleocchi di Trieste, il Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan, l’Ateneu Barcelonès e la Filmoteca de Catalunya. Ha collaborato con l’Àrea de Formació Complementària dell’Universitat de Barcelona. È membro della Asociación Española de Historiadores del Cine (AEHC) e, dal 2023, della giuria internazionale coordinata dall’Arab Cinema Center (ACC) che assegna annualmente, nell’ambito del Festival di Cannes, i Critics Awards for Arab Films. Ha realizzato, insieme a Mario Corrado, un film documentario sul pittore catalano Pere Lluís Via (Platges, 2010). È produttore associato del film Gli indesiderati d’Europa (Fabrizio Ferraro, Italia/Spagna 2018), sugli ultimi giorni di Walter Benjamin, riconosciuto «film d’interesse culturale» dal MiBACT e presentato in anteprima nella sezione «A History of Shadows» del 47º Festival di Rotterdam. Ha collaborato alla sceneggiatura del film Wanted (Fabrizio Ferraro, Italia, 2023), prodotto da Vivo Film (Marta Donzelli e Gregorio Paonessa) con Rai Cinema e interpretato da Chiara Caselli, Fabrizio Rongione, Denise Tantucci e Giovanni Ludeno, presentato in anteprima nella sezione «Freestyle» della 18a Festa del Cinema di Roma. Per l’editore Gremese ha curato una biografia critica, la prima in italiano, su Jacques Demy (di prossima pubblicazione, anche in Francia).
Il corso si propone di sviluppare una traiettoria duplice e complementare. La prima parte del modulo, a carattere storico-teorico, opererà una ricognizione a volo d’uccello su alcuni momenti fondanti nella storia della critica cinematografica, in particolare francese e italiana: l’opera dei pionieri (Ricciotto Canudo, Louis Delluc…); il dibattito critico nell’Italia dei primi anni Quaranta («Cinema») e del secondo dopoguerra («Cinema Nuovo» e «Filmcritica»); André Bazin e la nozione di «cinéma de la réalité»; i «Cahiers du Cinéma» nel contesto in evoluzione che precede e circonda la Nouvelle Vague; le riviste militanti italiane prima, durante e dopo il Sessantotto («Filmcritica», «Cinema&Film», «Ombre rosse»); gli anni Settanta e le utopie di tutta una generazione; le voci irregolari della pubblicistica regolare; gli anni Novanta sulle pagine di «Segnocinema»; la pratica, ludica e provocatoria, della rivalutazione; l’attuale panorama postideologico e l’era della critica sul web. Nella seconda tornata di lezioni, la più ampia, a carattere laboratoriale, si forniranno agli studenti gli strumenti per riflettere intorno al fenomeno audiovisivo e lavorare una propria voce, una propria specificità discorsiva. Attraverso l’analisi di recensioni e articoli esemplificativi di varie tendenze, ci si soffermerà sugli scarti fra critica quotidianista e critica specialistica, esaminando l’ampio spettro di possibilità che investe il lavoro sulla scrittura in quanto pensiero in movimento. La critica, non solo cinematografica, come sguardo sul mondo e atto di resistenza alle derive dell’omologazione, gesto artistico e genere letterario dotato di una sua feconda autonomia.
Le lezioni dedicate alla pratica laboratoriale potranno coinvolgere critici e cineasti di solido prestigio in un produttivo dialogo con gli studenti (nel corso dell’Anno Accademico 2022/2023, ad esempio, sono intervenuti Roberto Silvestri, Fabrizio Ferraro e Antoni Padrós).
Per accedere all’esame si dovranno produrre, tassativamente entro le ultime due lezioni del corso, tre brevi elaborati:
- La recensione di un film a scelta dello studente (4.000 caratteri, spazi inclusi). È possibile scegliere in autonomia la struttura da conferire al testo, se attenersi allo schema più consolidato (introduzione/trama/valutazione critica) o proporne uno dal taglio più personale (la trama, ad esempio, può anche essere omessa a beneficio di un discorso critico più ampio e articolato). A contare è l’originalità delle intuizioni, unita al carisma della scrittura: gli schemi possono sempre essere forzati.
- Un editoriale, anch’esso di argomento cinematografico, incentrato su un tema di stretta attualità a scelta dello studente (8.000 caratteri, spazi inclusi). Qualche esempio: la crisi delle sale, le anomalie del mercato produttivo italiano, un anniversario particolare, etc. L’essenziale è che il lavoro manifesti una voce personale.
- Il testo di un’ipotetica rubrica interna a una rivista di cinema (8.000 caratteri, spazi inclusi). Le possibilità sono numerose: relazioni fra cinema e arti plastiche, cinema e musica, adattamenti e remake, cinema documentario, focus critico su figure e correnti del passato, etc. L’essenziale, anche in questo caso, è che il lavoro manifesti una voce personale.
In corrispondenza con le ultime due lezioni, saranno effettuate sessioni di revisione dedicate alla discussione degli elaborati.
Gli studenti non frequentanti concorderanno con il docente un programma che andrà a integrare i testi e gli elaborati sopra indicati.
Testi per l’esame (obbligatori):
- Claudio Bisoni, La critica cinematografica. Un’introduzione, ArchetipoLibri, Bologna, 2013.
- Claudio Bisoni, La critica cinematografica. Metodo, storia, scrittura, ArchetipoLibri, Bologna, 2006. N.B.: In merito a quest’ultimo volume, ogni studente sceglierà tre articoli all’interno della parte antologica e li discuterà all’esame (è auspicabile che a ogni articolo scelto venga accompagnata la visione del o dei film di riferimento).
Ai due testi sopracitati, inoltre, andrà aggiunto un volume a scelta fra i seguenti:
- Antoine de Baecque, Cahiers du Cinéma. Histoire d’une revue (Tome I: 1951-1959), Cahiers du Cinéma, Paris, 1991 [testo in francese].
- Claudio Bisoni, Gli anni affollati. La cultura cinematografica italiana (1970-79), Carocci, Roma, 2009.
- Michele Guerra, Sara Martin (a cura di), Culture del film. La critica cinematografica e la società italiana, Il Mulino, Bologna, 2020.
Ulteriori materiali integrativi, così come la filmografia di riferimento, saranno indicati dal docente durante il corso.