RobertoPiloni
Roberto Piloni è nato a Roma dove vive e lavora.
Ha conseguito il diploma di maturità artistica a Roma e nel 1990 il diploma di Accademia di Belle Arti, nella stessa città.
Dagli anni Novanta prende parte a diverse manifestazioni espositive ed eventi artistici sia in spazi pubblici che in gallerie private. Negli anni a seguire ha condotto la sua ricerca verso una progettualità che considera sempre più importante il rapporto tra il contesto ambientale e l’opera installata utilizzando media diversi, dalla pittura alla fotografia, dalle installazioni al video.
Tra le mostre recenti, Falsariga (Hyunnart Studio – Roma 2022) Aggetto continuo (Blocco13 – Roma 2022), Focus Peaking (Centro Sino-Italiano di Design – in collaborazione con il Comune di Firenze, lo Shangai Promotion Center for City of Design e la Shangai International Culture Association) 2021, Dialogo a Yinchuan: Cina-Italia (Yinchuan, Cina 2018) Ficcanaso (D’ARC, Roma), Afasia (Interno14, Roma) e Fresh Windows (Galleria Gallerati, Roma) nel 2017, la partecipazione al XLVII Premio Vasto 2014, L’icona ibrida. Forme in transito dall’invisibile al visibile, nelle Scuderie di Palazzo Aragona, Vasto (CH), le personali Vuoto a rendere presso la Galleria Ninni Esposito (Bari 2012); Cercafase, Galleria The Office Contemporary Art (Roma 2011); Interpunzioni, anche, Galleria Il Bulino Arte Contemporanea (Roma 2009); Doppio peso (2008) e Unica uscita l’entrata (2007) presso L.A.C. Libera Arte Contemporanea di Roma e le collettive: Limitrofi e distinti, L.A.C. Libera Arte Contemporanea (Roma, 2007); IV Biennale Internazionale di Grafica 2006, Museo Michetti (Francavilla al Mare, 2006); TM-Tribù della Memoria, Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma, 2005). In passato ha tenuto inoltre diverse esposizioni personali e collettive in spazi pubblici tra i quali l’Accademia Nazionale di San Luca (Roma, 2004); gli interventi all’interno della Torre d’Orlando a Castiglione della Valle (Perugia, 2005); le mostre alla Galleria Martano (Torino, 2003); allo Studio Tommaseo (Trieste, 2002); all’Accademie Royale des Beaux Arts (Liegi, 2002); al Chiostro del Bramante (Roma, 2000) e alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Ciampino (1999) o la partecipazione all’Anteprima della XIV Quadriennale di Roma a Palazzo Reale (Napoli, 2003).
Ha insegnato nelle Accademie di Belle Arti di Palermo e Macerata e attualmente è docente di Grafica d’Arte e Tecniche Calcografiche Sperimentali presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Aspetti generali:
Il corso si articolerà in brevi lezioni teoriche propedeutiche seguite da intensa attività di laboratorio, che prevederà la realizzazione di elaborati con l’utilizzo di tecniche calcografiche
sia tradizionali che moderne, metodi diversi di lavorazione della matrice, metodi di stampa, realizzazione di multipli, monotipi ecc.
Di fondamentale importanza sarà l’aspetto legato alla fase di ideazione e successivamente a quello della progettualità, in relazione ad un percorso autonomo di costruzione ed individuazione degli elementi costitutivi l’immagine, da quelli inerenti alla comunicazione visiva e ai vari contesti presi in esame, a quelli legati alla fase di realizzazione e attuazione pratica.
Nel corso verrà dato soprattutto spazio all’approfondimento delle tecniche sperimentali e delle varie tipologie di stampa nonché a tutte quelle metodologie operative che prevedono
un rapporto più esperienziale e diretto rispetto al fare creativo. Saranno inoltre affrontati e presi in considerazione tutti quegli aspetti della calcografia e della stampa in relazione al
mondo della grafica attuale e alle nuove possibilità di riproduzione dell’immagine considerando soprattutto le tendenze dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea.
Programma specifico: VARIAZIONI SUL TEMA
Il programma del corso di Tecniche Calcografiche Sperimentali per l’anno accademico 2022/2023 riprenderà il percorso avviato in questi anni di attività sperimentale di laboratorio
basato su un ulteriore approfondimento delle ricerche individuali indirizzate verso una maggiore autonomia di linguaggio.
L’argomento trattato sarà quello della variazione su un tema specifico. Ogni studente, dopo una fase iniziale di conoscenza e sperimentazione dei mezzi tecnici e operativi messi a disposizione, attraverso una serie di esercizi di base fondamentali per poter acquisire autonomia operativa, verrà chiamato a mettere a punto una serie di elaborati dai quali scegliere poi un prototipo di riferimento. Questa immagine-base verrà in seguito riesaminata attraverso una serie di varianti successive in modo tale da considerarla anche tramite possibilità visuali alternative. In questo modo lo stimolo delle variazioni sul tema fungerà da ulteriore impulso per una costruzione dell’immagine “in progress” più filtrata e consapevole.
Nell’ambito delle tecniche cosiddette sperimentali verrà lasciato ampio margine di libertà espressiva ed esecutiva ad ogni studente.
Come sempre durante l’anno sono previste inoltre delle verifiche intermedie (obbligatorie ai fini dell’esame finale) dei vari momenti di realizzazione dei progetti.
Bibliografia di base teorico-pratica:
Rina Riva: Tecniche incisorie sperimentali. Ed. Centro Int. Grafica Venezia, 1993
Guido Strazza: Il gesto e il segno. Ed. Scheiwiller, 1979
Roberto Piloni: Segno-struttura. Esercizi di analisi del segno in rapporto all’incisione calcografica.
(dispense del corso di Tecniche Calcografiche Sperimentali, ABA Roma, a.a.2014-2015)
Raymond Queneau, Esercizi di stile, ed. Einaudi, Torino, (1947) 2001
Bruno Munari, Design e comunicazione visiva, Ed. Laterza, Roma, 2006
Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva, Ed. Feltrinelli, 1988
Ernst H. Gombrich, Il senso dell’ordine, Ed. Phaidon Press Limited, London, 2010
Paul Klee, Teoria della forma e della figurazione. Vol. 1: Il pensiero immaginale, Ed. Mimesis, Milano, 2009
Paul Klee, Teoria della forma e della figurazione. Vol. 2: Storia naturale infinita, Ed. Mimesis, Milano, 2011
Ann D’arcy Hughes/Hebevernon-Morris: La stampa d’arte. Ed. Logos, Modena, 2010
David Bann: La stampa oggi. Tecniche, materiali, processi. Ed. Logos, Modena, 2010
Federica Di Castro (a cura di), La linea astratta dell’incisione italiana. Ed. Electa, Milano, 1989
Aspetti generali:
Nel corso di specializzazione biennale saranno presi in esame i percorsi individuali mirati all’approfondimento delle ricerche avviate nel corso triennale e maggiormente finalizzate al
raggiungimento di un’autonomia di linguaggio e di espressione personale. Saranno perciò approfonditi quegli aspetti legati al progetto grafico nel senso più esteso del termine, che
vanno dalle tecniche grafiche di elaborazione bidimensionali su carta (analogiche, digitali) fino alle ideazioni di elaborati che considerino maggiormente lo spazio preso in esame come
contesto “ricettore” e “contenitore” (libri d’artista, grandi formati, assemblaggi, installazioni, ecc.).
Programma specifico:
Quest’anno accademico il corso riprenderà in parte gli spunti analizzati durante l’anno precedente sulle cosiddette “zone di passaggio” per focalizzarsi maggiormente intorno al concetto di “soglia”, considerata nelle sue varie e possibili accezioni (metaforica, simbolica, rituale, storica, artistica, politica, fisica, urbanistica, ecc.).
Come introduzione all’argomento diremo che la “soglia”, ogni soglia è uno spazio singolare: luogo di separazione ma contemporaneamente di comunicazione e collegamento con un
altro spazio, un altro ambito. Una soglia è innanzitutto qualcosa che si pone “fra” due “cose”. In quanto tale, essa equivarrebbe a uno spazio di passaggio, ma anche di demarcazione, di differenziazione. La soglia sembra così essere vicina a concetti quali confine, margine, varco, ingresso, ecc.
Potremmo dire che la soglia è sia confine che passaggio. La soglia delimita e apre, anche se andrebbe distinta sia dal concetto di margine che da quello di confine o limite. La soglia
di un luogo è altro infatti rispetto al suo margine o perimetro, essa permette anzitutto l’accesso. Gli spazi che connette sono spazi che essa stessa “apre” senza per questo racchiuderli reciprocamente. Ad esempio “la soglia di casa” è quella che segna il punto oltre il quale si entra o si esce. Le mura di casa non sono le soglie, ma piuttosto i limiti. La soglia è comunemente identificata con la porta, quell’apertura che la casa stessa esige per potersi differenziare rispetto ad altro. Verrà approfondito in tal senso il discorso sul concetto di porta,
uno degli elementi spesso utilizzati in ambito artistico, sia da un punto di vista oggettuale che per la sua valenza simbolica di collegamento/separazione.
La soglia si differenzia dal limite e dal confine perché con essa, attraverso l’apertura verso uno spazio diverso, si attua una sorta di “necessità” di comunicazione fra due luoghi, due zone. Alla soglia è strettamente legato il concetto di passaggio, di attraversamento, di una possibilità spazio – temporale che si modifica nella continuità di situazioni diverse. In essa
e con essa si attua un movimento di entrata e di uscita, fra dentro e fuori, di prima del passaggio e del dopo. La soglia è quella porzione o momento dello spazio in cui non vi è limite ma continuità dello spazio “pre” o “post” divisione. Ma è anche luogo di trapasso e di cambiamento, di differenziazione spaziale. Zona di percorrenza e di transito simbolico da ciò che è al di qua (conosciuto) a ciò che è al di là (sconosciuto). Ambito quindi di metamorfosi e di passaggio da un luogo all’altro, che per mezzo dell’andare e del venire si manifesta come tramite, distinguendo e unendo allo stesso tempo mondi diversi. La soglia è perciò, come afferma anche Franco La Cecla “(…) un luogo dove due identità nello spazio
si attestano, si attendono, si confrontano, si riflettono, si difendono. Essa serve a ribadire le differenze”.1
Lo spazio non trova fine nella soglia, inevitabilmente la percorre e attraverso di essa continua oltre. Una soglia è tale solo finché la si attraversa, la si oltrepassa. Essa implica un
movimento e anzitutto un cambiamento: una variazione di stato. È la sua efficacia simbolica che la rende a volte inviolabile e più sicura di una porta in sé.
L’etnologo e antropologo Arnold Van Gennep introduce con la soglia ovviamente i temi relativi alla fondamentale ritualità che essa porta con sé:
(…) per comprendere i riti relativi alla soglia, è opportuno ricordare che la soglia non è che un elemento della porta e che la maggior parte di questi riti deve essere considerata nel senso immediato e materiale dei riti di ingresso, di attesa e di uscita, vale a dire, di riti di passaggio.2
Ma è altresì vero che nello stesso tempo, paradossalmente, è possibile considerare la soglia anche solo nella sua essenza statica, in qualità di spazio di demarcazione, interruzione
lineare di continuità, finestra di osservazione, di attesa o come linea di confine “aperto”, comunque margine non oltrepassabile, quindi di non collegamento fisico, ma che permette
tuttavia di intravedere e immaginare lo spazio che si apre subito al di là di essa.
Da un punto di vista progettuale e operativo, allo studente si chiede una particolare attenzione alle tematiche affrontate, pur nello svolgimento e nel rispetto della ricerca espressiva individuale. Verranno forniti testi e immagini di supporto all’argomento trattato ed esempi e materiali utili per la realizzazione di progetti grafici (bidimensionali o
tridimensionali).
Il programma avrà un taglio che si differenzierà e si adatterà alle esigenze specifiche dei tre bienni nei quali è caratterizzante la materia Grafica d’Arte con obiettivi diversi.
Il corso sarà infine sostanziato da spunti tematici e pretesti operativi con lo scopo di sensibilizzare lo studente verso una condizione informativa su aspetti e problematiche del
fare artistico attuale, predisponendolo ad una maggiore presa di coscienza visuale e comunicativa, costruttiva e critica su possibilità di rapporti con il mondo dell’arte e del lavoro
(presentazione di progetti, rapporti con gallerie, aziende, case editrici, ecc.).
Come sempre durante l’anno sono previste delle verifiche intermedie (obbligatorie ai fini dell’esame finale) dei vari momenti di realizzazione dei progetti.
1 Franco La Cecla, Perdersi . L’uomo senza ambiente, III ed. Laterza, Bari , 2007, pag. 110
2 Arnold Van Gennep, I riti di passaggio, Bollati Boringhieri, Torino, 1981 pag.21
Riferimenti bibliografici
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Bachelard Gaston, La poetica dello spazio. Dedalo, Bari 2006
Beckett Samuel, Aspettando Godot (a cura di Carlo Fruttero), Einaudi, Torino, 1956
Danto Arthur C., La trasfigurazione del banale. Una filosofia dell’arte. Ed. Laterza, bari, 2011
Dorfles Gillo, L’intervallo perduto, Skira, Milano, 2006
Duchamp Marcel (a cura di Elio Grazioli), RIGA 5, Marcos y Marcos, Milano, 1993
Ghirri Luigi, Lezioni di fotografia. Quodlibet Compagnia Extra, Macerata, 2010
Eco Umberto, Opera aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee (ed. Bompiani, 2006)
Francalanci Ernesto L., Estetica degli oggetti. Il Mulino, Bologna, 2006
La Cecla Franco, Vitone Luca, Non è cosa. Vita affettiva degli oggetti, Elèuthera, Milano, 2002
La Cecla Franco, Mente Locale. Un’antropologia dell’abitare, Elèuthera, Milano, 2001
La Cecla Franco, Perdersi. L’uomo senza ambiente, III ed. Laterza, Bari, 2007
Pasqualotto Giangiorgio, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d’Oriente, Marsilio Editori, Venezia, III ed. 1995
Paz Octavio, Apparenza nuda. L’opera di Marcel Duchamp, IV ed. Abscondita, Milano, 2000
Riout Denys, L’arte del ventesimo secolo. Einaudi, Torino, 2000
Tao Tê Ching, Il libro della Via e della Virtù, trad. it. dal francese, IV ed. Adelphi, Milano, 2000
Van Gennep Arnold, I riti di passaggio, Bollati Boringhieri, Torino, 1981 (I edizione 1909)
Warburton Nigel, La questione dell’arte. Einaudi, Torino, 2003