MarcoNocca
Marco Nocca (Velletri 1961), laureato in Lettere / Storia dell’Arte con Maurizio Calvesi, dal 2008 è professore all’ Accademia di Belle Arti di Roma, dove insegna Storia dell’Arte Antica e Museografia. Vincitore di concorso ordinario e docente dal 1995 nelle Accademie storiche (Milano, Napoli), all’Università della Tuscia dal 2001 al 2009, si è occupato di fortuna dell’Antico nel Rinascimento e nel Neoclassicismo, di storia del collezionismo, di arte dell’Ottocento e Novecento, e della presenza straniera in Italia in questi due ultimi secoli, pubblicando articoli scientifici e monografie (elenco completo in www.biblhertz.it, opac, ad vocem).
Curatore di esposizioni in musei pubblici, ha ricomposto in mostra dopo tre anni di studi La collezione Borgia (Napoli, Museo Nazionale Archeologico, 2001, catalogo Electa in 2 vv. ). Ha studiato la storia delle Accademie, e il modello dell’insegnamento classico in queste istituzioni, ricostruendo, per il riallestimento moderno (2007) la formazione della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, voluta da Canova e Wicar. Nel 2010 ha curato per i Musei Vaticani la riproposta del Museo di Propaganda Fide nel palazzo borrominiano di piazza di Spagna. Studia gli artisti nordici in Italia a partire dalla mostra Impressionisti Danesi in Abruzzo, Roma, Museo Andersen, 2014, riscoprendo e sistematizzando l’attività di una notevole colonia di scandinavi, attivi tra Francia e Italia centrale in Impressioni e realtà. Il sogno scandinavo da Barbizon a Civita d’Antino, catalogo scientifico della collezione di arte nordica dell’Imago Museum di Pescara (Fondazione Pescarabruzzo, 2021). Nel 2017 ha pubblicato, con C. Di Bella la raccolta dei busti marmorei del Senato della Repubblica (Pantheon di Pietra. Uomini illustri nella collezione dei busti del Senato del Regno d’Italia, Roma, Gangemi).
Esposizioni a sua cura più recenti, tutte con catalogo L’Erma di Bretschneider: L’Ombra e la Luce: Jean-Pierre Velly, Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, 2016; La petite italienne: Juana Romani, (con Gabriele Romani), Roma, Accademia di Belle Arti, 2017; Felicità della Pittura: Edgardo Zauli Sajani da Forlì a Roma, Roma, ABA, 2019; Arte nell’Orto di Claudio Marini, Roma, ABA , 2021. La sua ultima mostra, con prestiti dallo Statens Museum di Copenaghen, è Elisa M. Boglino da Copenaghen a Roma, Pescara, Imago Museum, 2024 (cat. Fondazione Pescarabruzzo).
A.A. 2024/2025 – Futuro del Classico
Parte generale
Il corso, rivolto agli studenti del triennio, intende fornire i primi strumenti di metodo e conoscenze di base per lo studio delle espressioni artistiche della civiltà greca e romana, dal IX sec. a.C. al IV d. C. In particolare il programma di studio, si concentra su scultura e pittura, cogliendone gli aspetti tecnici e le dinamiche storiche, socioeconomiche e culturali che ne caratterizzano l’evoluzione. Gli allievi dovranno conoscere le terminologie archeologiche e storico-artistiche di base e le periodizzazioni del mondo greco-romano, per poter riconoscere, descrivere e opportunamente collocare nel tempo le opere, di cui si mostrerà, nel corso delle lezioni, un notevole numero di immagini e complessi monumentali.
Testi di riferimento: Flaminio Gualdoni, Arte classica, Skira, 2007 (può essere utilizzato anche un altro manuale, se posseduto dallo studente).
Approfondimenti
Partendo dall’analisi di Futuro del classico, fortunato testo di Salvatore Settis, s’indagherà sul modo in cui l’arte classica si è ciclicamente riproposta nelle diverse epoche della cultura occidentale, dando particolare risalto alle rovine di quella civiltà, verso le quali è stata mossa, a partire dal Rinascimento (con la celebre lettera di Raffaello Sanzio a Leone X, 1519) da un impulso di tutela e conservazione, pena la perdita della sua identità. Considerando le problematiche legate all’indirizzo degli studenti, si analizzeranno, attraverso singoli moduli, temi quali la policromia della scultura antica, il restauro della statuaria dal Rinascimento al Settecento, il collezionismo di antichità, le gipsoteche come repertori di modelli, l’Antico nelle Accademie di Belle Arti e nei musei.
S. Settis, Futuro del ‘classico’, Torino Einaudi, 2004.
P. Liverani, I colori del bianco: mille anni di colore nella scultura antica, Musei Vaticani, 2004.
A. Conti, Storia del restauro e della conservazione delle opere d’arte, Milano, Electa, 1988 (con particolare attenzione ai capitoli sul restauro della scultura antica).
M. Nocca, “Nella creta la vita, nel marmo la Resurrezione: e nel gesso? La morte”. Storia e futuro delle gipsoteche delle accademie di belle arti, in “Patrimoni da svelare…”, atti convegno Napoli 2013, a c. di G. Cassese, Roma, Gangemi, 2015.
A.A. 2024/2025 – La forma del Museo nel tempo: dallo studiolo rinascimentale al museo d’arte contemporanea
Il corso, rivolto agli studenti di triennio CVPAC, intende offrire una rassegna dei modi in cui si è organizzato l’impulso di raccogliere e collezionare oggetti che “si espongono allo sguardo”, secondo la nota definizione di Krisztof Pomian, passando a una disamina storica delle forme del museo, dal XVIII secolo contenitore principale organizzato per raccolta e custodia delle opere d’arte. Dallo studiolo rinascimentale, in cui l’intellettuale ordina, commissiona, dispone per sé opere che rappresentano lo “speculum mundi”, attraverso la wunderkammer barocca e le sistematizzazioni seicentesche delle collezioni aristocratiche, si giunge allo snodo della nascita del museo pubblico. L’origine, proprio nel Settecento a Roma dei Musei Capitolini e del Pio-Clementino, ma soprattutto l’inaugurazione del Louvre napoleonico, rigurgitante dei capolavori frutto delle campagne di guerra vittoriose, aprono la strada alla nuova idea illuminista di museo aperto, macchina educativa per istruire il popolo. Nasce in parallelo la nozione delle opere d’arte “patrimonio pubblico” L’Ottocento europeo prosegue la vicenda di questa istituzione, con la fondazione delle grandi Gallerie Nazionali e, al contempo, con l’importanza data in Italia alle collezioni civiche. Il Novecento, con la crisi dello Stato nazionale, e la vicenda esplosiva delle avanguardie artistiche (nota è l’invocazione futurista alla “distruzione del Museo”) rivedrà profondamente la concezione di questa istituzione, la cui forma si dimostra in ogni epoca specchio fedele della società che la esprime.
Testi obbligatori
Alessandra Mottola Molfino, Il libro dei musei, Torino, Umberto Allemandi e C., 1991.
Pomian, K., Collezione in Enciclopedia, III, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1978.
Ferretti, M., La forma del museo, in “Capire l’Italia: i musei”, a cura di A. Emiliani, Milano, Touring Club Italiano, 1980, pp.46-79
Approfondimenti delle visite d’istruzione:
Collezioni di scultura antica, Palazzo Altemps (guida Electa).
Il museo d’antichità: I musei Capitolini (guida Electa).
Ferraris, P.R., Il Museo Mario Praz, Sacs edizioni, 1996.
Testi consigliati
Pevsner, N., I musei, Roma, 1985.
Clair, J., La crisi dei musei-la globalizzazione della cultura, Skira, 2006.
Clair, J., L’inverno della cultura, Skira, 2011.
Colombo, M., I Musei- I grandi temi dell’architettura, Hachette, 2015.
Associazione Nazionale Musei Italiani, Museo perché Museo come, De Luca editore.