Online Lecture Series #1: Material Method Meaning

Material Method Meaning – Online Series #1 Material resists Concept: Abject Material in Artistic Processes

EU4ART Lectures: Online Lecture with Lisa Glauer | Material Method Meaning – Online Series

Si comunica che il 15/10/2020 dalle ore 17.00 alle 18.30, nell’ambito del progetto Eu4art, si svolgerà sulla piattaforma zoom l’incontro con l’artista Lisa Glauer. Gli studenti e i docenti interessati dovranno registrarsi entro il 14/10/2020 al seguente indirizzo e-mail: baumhauer.eu4art@hfbk-dresden.de e a r.trotti@abaroma.it

Il link verrà inviato via mail prima della lezione.

 


 

EU4ART
15.10.2020

Material Method Meaning
Online lecture series

#1: Material resists Concept: Abject Material in Artistic Processes Online lecture with Lisa Glauer

15/10 17-18:30 CET via Zoom

Registration: baumhauer.eu4art@hfbk-dresden.de

Although contemporary art practice has already discovered and used almost all available materials, there are a number of materials that meet with resistance from artists and viewers alike. This resistance has cultural connotations and can itself become the object of investigation in artistic practice.

Lisa Glauer is painter working at on the interface to installation and public art, and has worked as curator and art & design theorist. Her project “Walking from Frauenklinik to Futurium” was recently funded by the Berlin School of Advanced Studies in Science and Studies in Berlin, where she was selected to participate as Associate until 2019. She was called on to work on the “GedenkOrt Charité” public art project as part of the project team, dealing with commemoration of victims in relation to medical atrocities during National Socialism and has been working as research fellow at Charité, Institute for History of Medicine and Ethics of Medicine, and the Institute for Art in Context/UdK since 2016. Besides maintaining her own artistic practice, she has been teaching at Institute for Art In Context as deputy of Wolfgang Knapp (Vertretung in der Lehre) from 2016- 2018, producing two exhibitions with and for the students of her seminars these past two years (ngbk and okk). She taught at Associate in the international MFA Program Public Art and New Artistic Strategies at Bauhaus-University in Weimar (Bauhaus-Universität Weimar) from 2009 until 2015, where she focussed in particular on developing and implementing international projects in public space.

MINISTRO incontra CONFERENZA PRESIDENTI AA BB AA

Schermata 2023 02 14 alle 10.06.30 Schermata 2023 02 14 alle 10.07.07

 

AFAM: NECESSARIO RIORDINO DELLA MATERIA

Ministro Manfredi: “Coniugare tradizione e innovazione per massimizzare le potenzialità del sistema delle Istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale, coreutica”.

Presidente Soriero: “Pronti a dispiegare tutte le nostre potenzialità, con il ministro avviamo un percorso proficuo”.

Roma, 8 ottobre – «In periodo di pandemia è bene tenere le distanze sociali, ma almeno siamo riusciti a ridurre drasticamente la distanza tra il nostro mondo e le istituzioni». Il prof. Giuseppe Soriero, presidente della Conferenza delle Accademie statali di Belle Arti (ABA), ha espresso vivo apprezzamento al termine dell’incontro con il ministro dell’Università e della Ricerca, prof. Gaetano Manfredi, a cui hanno partecipato oltre venti presidenti di Istituti di Alta Formazione di tutta Italia. «Il Ministro ha avviato un percorso di confronto davvero apprezzabile – ha sottolineato Soriero -. Il tutto dopo avere dato un impulso fondamentale per la ricostituzione della Conferenza delle Accademie e avere accelerato la riorganizzazione ministeriale. Ci sono le premesse per dispiegare tutte le potenzialità delle nostre realtà territoriali».
Come già accaduto nei precedenti incontri, il ministro Manfredi ha mostrato grande apertura e notevole attenzione nei confronti del mondo artistico: «Credo fermamente nel contributo che può dare al Paese l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. Abbiamo l’occasione per lasciare una eredità migliore rispetto al passato, ma per farlo occorre un riordino legislativo del settore da operare in collaborazione con il Parlamento». «Le Istituzioni AFAM sono un mondo dalle grandi qualità che tuttavia non è stato sempre adeguatamente supportato dalle istituzioni. La scelta politica attuale è invece quella di valorizzare al massimo il comparto dell’alta formazione anche superando certe rigidità interne. Abbiamo la necessità di coniugare tradizione e innovazione, sia per ottimizzare l’acquisizione di competenze in chiave di prospettive occupazionali sia per massimizzare le potenzialità dell’intero settore, soprattutto nell’ottica di contribuire ad aumentare l’attrattività internazionale del Paese sotto il profilo culturale. Per questo abbiamo deciso di presentare un disegno di legge di riordino della materia collegato alla
Legge di Bilancio».
In occasione dell’incontro, il Ministro ha ricevuto dal presidente dell’ABA un documento contenente alcuni dei punti sui quali le istituzioni sono chiamate ad intervenire: dalle criticità della didattica ai tempi della pandemia alla necessità di un regolamento per uniformare le procedure di assegnazione degli incarichi apicali all’interno delle singole realtà. «Ci sono le naturali ansie del personale docente e dei discenti per la crescita dei contagi – le parole di Soriero -. Non si può non tenere conto di come i nostri dirigenti siano chiamati a svolgere anche le funzioni di datori di lavoro, con tutte le responsabilità a cui il Covid-19 li sottopone. Ma va riconsiderata anche la situazione dei docenti di seconda fascia, che da troppo tempo attendono un provvedimento per riequilibrare la loro posizione. Così come ci attendiamo una normativa di impulso ministeriale che faccia da cornice in materia di incarichi delle singole accademie: solo così sarà possibile superare una volta per tutte conflittualità e criticità delle singole istituzioni».
Vivo apprezzamento per il proficuo lavoro di concertazione che è stato promosso dal ministro Manfredi e dal presidente Soriero è stato espresso da tutti i partecipanti. Così Gianni Letta, presidente dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica e già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Nonostante una fitta agenda istituzionale e un periodo particolarmente complesso per la vita del Paese, il ministro sta seguendo con grande impegno il mondo delle accademie. Mi sento di dire che l’alta formazione in Italia è davvero in buone mani».
Tra gli intervenuti, Fabio Moretti (Presidente ABA Venezia), Giovanna Alberta Campitelli (Presidente ABA Roma), Antonio Passa (Presidente ABA Carrara), Paola Gribaudo (Presidente ABA Torino), Ennio Triggiani (Presidente ABA Bari), Giulio Baffi (Presidente ABA Napoli).

M U R – Roma 8 ottobre 2020

Schermata 2023 02 14 alle 10.14.23

Call Progetto Eu4art Participation in an Artist book on the topic Disappearance

Call Progetto Eu4art Participation in an Artist book on the topic Disappearance

 

Gentili studenti, nell’ambito del progetto EU4ART,  sono aperte le selezioni per

Participation in an Artist  book on the topic Disappearance organizzato dall’Hochschule fur Bildende Kunste  di Dresda.

Si prega di fare pervenire le vostre application alla mail call@eu4art.abaroma.it  entro e non oltre il 8/10/2020

L’application, in formato PDF, dovrà contenere:

  • dati anagrafici (cognome e nome, mail e cellulare)
  • breve curriculum artistico (inclusi corso di studi, anno di iscrizione, nome del docente dell’insegnamento principale)
  • opera oppure bozza del progetto.

 


 

Dear students, master students, graduates, colleagues and interested parties

As part of and in addition to the exhibition Existence, Chapter 2: Traces in the Octagon, HfBK Dresden Art Gallery, opening on 27 November 2020, an artist book on the topic of disappearance is planned to be on display through the end of the exhibition on 28 February 2021.

“The human species is doubtless the only one to have invented a specific mode of disappearance that has nothing to do with the Nature’s law. Perhaps even an art of disapperance.”
(Jean Baudrillard: “Why hasn’t everything already disappeared?”, Seagull Books, 2009, p.10.)

While the absence of existence is perceptible through traces, disappearance marks vacancy or the process leading to vacancy. Disappearance is the complete dissolution of existence: what has disappeared is what is no longer present, what has been erased, obliterated, or leaves no trace.
The artist’s book is about developing images of disappearance. The book is not intended to illustrate the term, but is intended to create a sphere of associations on the subject of disappearance.
We are pleased to invite you to apply with an artistic work dealing with disappearance. Submissions may span all possible facets and dimensions of the term. Considerations on the scientific, artistic, philosophical, religious, political and social dimensions of the term, including everyday experiences, may serve as a starting point and inspiration. Disappearance may be a lost scarf, the extinction of species, the disappearance of languages, dialects and handicraft techniques or disappearance into the digital realm.
The book will be created in two original copies. All two-dimensional media, such as drawing,
printmaking, painting and photography as well as texts are possible and desirable. Two originals should be sent and must have an A4 horizontal format.

Conditions of participation
This open call is for students, master students, alumni and colleagues of the HfBK Dresden and our EU4ART partner universities and guests.
Interested participants are invited to apply with a work related to the topic. Individual or group projects may also be submitted.

Application documents
Applications should be in a PDF format with the following documents:
– Name and contact details (address, phone, email)
– Brief artist profile (including academic year, professor’s class, etc.)
– Images of the work or description/sketch of the project idea

Deadline
10 October 2020 via email to billard@hfbk-dresden.de with the subject line: Key Word: Artist Book Disappearance. Because the number of entries is limited, we will make a selection and establish a sequence for the works. Applicants will be informed by 15 October 2020 whether their contribution will be included in the book.
The originals must be handed in at the entrance to the Brühlsche Terrasse by 30 October 2020 or sent via post to the following address:
Hochschule für Bildende Künste Dresden
Dorothée Billard (Künstlerisches Publizieren)
Kennwort: Künstlerbuch Verschwinden
Güntzstr. 34
01307 Dresden

Realization
The works can be created in cooperation with the HfBK Dresden graphic workshops. There will be a printed version of the original copy, of which everyone involved will receive a copy.

Final provisions
The university assumes no liability for submitted documents.

I look forward to receiving your ideas and artworks.

Best regards
Susanne Greinke

 

Susanne Greinke
Director, Curator Department of Exhibitions
Hochschule für Bildende Künste Dresden Brühlsche Terrasse 1
01288 Dresden 01067 Dresden
T: 0351-44022612
F: 0351-4952023
greinke@hfbk-dresden.de
www.hfbk-dresden.de

Call Progetto Eu4art Existence Chapter 2: Traces

Call Progetto Eu4art Existence Chapter 2: Traces

 

Gentili studenti, nell’ambito del progetto EU4ART, sono aperte le selezioni per Existence Chapter 2: Traces Call for Participation in Part I of an exhibition project in the Octagon organizzato dall’Hochschule fur Bildende Kunste di Dresda.

Si prega di fare pervenire le vostre application alla mail call@eu4art.abaroma.it entro e non oltre il 8/10/2020.

L’application, in formato PDF, dovrà contenere:

  • dati anagrafici (cognome e nome, mail e cellulare)
  • breve curriculum artistico (inclusi corso di studi, anno di iscrizione, nome del docente dell’insegnamento principale)
  • opera oppure bozza del progetto.

 


 

Call for Participation in Part I of an exhibition project in the Octagon, HfBK Dresden Art Gallery
Exhibition from 26 November 2020 – 8 February 2021
Opening on 26 November 2020 at 7 pm.

Dear students, master students, graduates, colleagues and guests,

Existence, Chapter 2: Traces is the continuation of the experimental exhibition series on existence begun in 2018.
After the first exhibition (Chapter 1), which was intended as a sort of visual inventory and first approach to the term of existence, the second exhibition (Chapter 2) in this series is devoted to the topic of traces.
Traces can be found everywhere: as legacies, remains, tracks; as markings, adaptations, residues or as evidence of use. They refer to an existence, to something that is absent or no longer completely present at this point in time. Traces thus have a temporal and spatial dimension, are of natural or cultural origin and indicate current or past existence or events.
Traces range from a deer’s hoof print in a forest to a fragment of an ancient column in a church wall, one art piece quoted by another, a pencil line on a sheet, a stain on a tablecloth or garbage swirling in the world’s oceans.
We are pleased to invite you to apply with an artistic piece that can be associated with traces, which may span all possible facets and dimensions of the term. Considerations on the scientific, artistic, philosophical, religious, political and social dimensions of the term can range from everyday experiences or traces of one’s own existence, such as a selfie, to considerations of the traces that humans have made in our globalized, digital, or consumerist society since the beginning of our significant impact on the global environment.
All artistic media and formats are possible and desirable for the realization of this exhibition – from the
draft to the finished work; from the pencil sketch to the performance or space installation.
The exhibitions in this series should not be used to illustrate the term, but to form a sphere of associations through the exhibited artwork.

Conditions of participation
This open call is for students, master students, alumni and colleagues of the HfBK Dresden and our EU4ART partner universities and guests.
Interested participants are invited to apply with a work related to the topic. Individual or group projects
may also be submitted.
Given the limited time before the opening of the exhibition, the work should either be already completed or should be possible to create it in a short amount of time.

Application documents
Applications should be in a PDF format with the following documents:
– Name and contact details (address, phone, email)
– Brief artist profile (including academic year, professor’s class, etc.)
– Images of the work or description/sketch of the project idea

Deadline
10 October 2020 via email to sgreinke@hfbk-dresden.de

Exhibition location and duration, realization of project ideas:
The exhibition will take place at the Octagon, HfBK Dresden Art Gallery.
The exhibition opening will take place on Thursday, 26 November 2020 at 7 pm.
The exhibition will run from 27 November 2020 to 28 February 2021.
Set-up is planned from 16 November to 25 November 2020.
Dismantling must be completed between 1 March and 7 March 2021.

Decisions regarding selection and presentation in the Octagon will be based on the individual submissions and is the curator’s responsibility. If individual ideas exceed the scope and possibilities of the space, applicants will be informed by 30 September 2020.

Final provisions
The university assumes no liability for submitted documents.

I look forward to receiving your ideas and artworks.

Best regards
Susanne Greinke

 

Susanne Greinke
Director, Curator Department of Exhibitions
Hochschule für Bildende Künste Dresden Brühlsche Terrasse 1
01288 Dresden 01067 Dresden
T: 0351-44022612
F: 0351-4952023
greinke@hfbk-dresden.de
www.hfbk-dresden.de

Conferenza del Prof. Giuseppe Tanzella Nitti

I Mercoledì dell’Accademia
Ciclo di conferenze in telepresenza

Prof. d. GIUSEPPE TANZELLA NITTI
Pontificia Università della Santa Croce

La metafora del libro della natura:
un breve itinerario storico-teologico.

Le credenziali per accedere possono essere richieste a:
accademiaurbanadellearti@gmail.com
348 7123383

Short Theatre

Short Theatre 2020

La Pelanda – Mattatoio | WeGil | Teatro Argentina | Teatro India

BLUEMOTION / Giorgina Pi | Catarina Miranda | Cosmesi | David Marques | Dj Marcelle | El Conde de Torrefiel | Elena Colombi | Elsa Dorlin | Emilia Verginelli | Felix Kubin | Françoise Vergès | Forensic Oceanography | Gérald Kurdian | Giorgia Ohanesian Nardin | Jacopo Jenna | Kinkaleri & Jacopo Benassi | Les Cliniques Dramaturgiques | Marco D’Agostin | Marie Losier | Materiais Diversos / More Than This | Monira Al Qadiri | OHT / Little Fun Palace | Paola Rota + Simonetta Solder + Teho Teardo | Radouan Mriziga | Salvo Lombardo | Simon Senn | Tiago Cadete | Volmir Cordeiro | Zapruder Panorama Roma: Alessandra Di Lernia, Frosini/Timpano, lacasadargilla, Manuela Cherubini + Luisa Merloni, Veronica Cruciani

 

***

“È questo il momento in cui ripensare radicalmente ciò cui siamo affezionati, ma che sentiamo non
possa più esistere come era”

Short Theatre, il festival internazionale dedicato alla creazione contemporanea e alle performing arts, approda alla XV edizione che si svolgerà dal 4 al 13 settembre a Roma negli spazi di WeGil, La Pelanda del Mattatoio Roma, il Teatro Argentina e il Teatro India.

Un traguardo importante che arriva in uno dei momenti più critici della Storia recente. Sarà dunque un’edizione speciale, di trasformazione: il consueto impianto del festival sarà mantenuto ma ripensato in una dimensione più intima e unplugged, in continuità con il lavoro di reinvenzione dei formati e di relazione con lo spazio e con il territorio, da sempre centrale nel progetto di Short Theatre. Spettacoli nello spazio pubblico, performance e installazioni, live musicali, dj set, incontri e workshop svilupperanno le tematiche che caratterizzano l’identità del festival: la decolonizzazione delle arti, la rappresentazione di storie in grado di ridefinire lo sguardo sull’altro. E proseguirà anche quest’anno l’importante percorso di risignificazione dello spazio urbano, avviato in occasione della scorsa edizione intorno a WeGil.

Una disseminazione nello spazio ma anche nel tempo, non soltanto perché il numero di repliche garantirà un’ampia (ma sicura) accessibilità; ma anche, e soprattutto, perché il programma si articolerà anche attraverso formati digitali ed editoriali, in una serie di riverberi fra gli appuntamenti dal vivo, la traccia che ha lasciato il festival in questi 15 anni e la delineazione di nuove direzioni del futuro. “Rendere l’aria più amica, riavvicinare il dentro e il fuori, includere l’altro nel proprio sguardo costruendo uno spazio pubblico in cui la distanza possa diventare qualcosa di non violento, accogliente, disseminarsi in modo più invisibile e sostenibile nella città, sperimentando una potenzialità, fosse anche temporanea, che prima non concepivamo”.

La XV edizione di Short Theatre vede ancora la supervisione artistica di Fabrizio Arcuri, fondatore del festival – che quest’anno cura la sezione di Panorama Roma, da lui ideata e diretta dal 2018 – e Francesca Corona, mentre è già in atto un processo che nei prossimi mesi proseguirà con l’individuazione di una nuova direzione artistica che possa rilanciare le direzioni intraprese fin qui.

Tempo, spazio, presenza, relazione, trasmissione e trasformazione saranno le parole chiave di Short Theatre 2020. Fra le visioni stranianti di Anubi is not a dog del collettivo Zapruder, che apre il festival il 4 settembre al WeGil, e l’agorà urbana proiettata in uno spazio-tempo fluido di La Plaza, spettacolo, in collaborazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, del collettivo catalano El Conde de Torrefiel che il 12 e 13 settembre chiude l’edizione al Teatro Argentina, un programma denso di riverberi in cui il racconto e la denuncia del reale convivono con l’immaginazione e la riscrittura dello stesso, amplificandosi. Un coro di voci e di corpi che creano uno scenario composto da molteplici punti di vista ma unificato dalla traduzione del pensiero teorico in pratica politica, della parola personale in testimonianza collettiva. Un panorama in cui la creazione è terreno e nutrimento della trasformazione, oggi non più soltanto auspicabile ma necessaria. E così fra gli appuntamenti imperdibili l’incontro con la filosofa femminista francese Elsa Dorlin sull’attualissimo tema della violenza esercitata dal Potere sui più deboli e la video installazione del progetto Forensic Oceanography, che tiene insieme arte visiva, scienze giuridiche e attivismo rispetto al rapporto fra colonialismo, migrazioni e Mediterraneo. Sempre sul fronte della video-installazione lavora la giovane artista del Kuwait Monira Al Qadiri che interpreta e racconta le culture del Golfo Persico, tra tradizione, complessità e stereotipi. Artista visivo è anche Simon Senn, presente però a Short con una performance teatrale in grado di leggere in modo originale il rapporto fra reale e virtuale. L’intreccio tra biografia e musica è poi al centro dei due documentari-ritratto realizzati dall’acclamata regista e curatrice d’arte di base a New York Marie Losier, dedicati a due figure particolari della musica contemporanea: Felix Kubin e Genesis P-Orridge, mentre Gérald Kurdian lavorerà già a partire dai giorni precedenti al festival sulla scrittura collettiva di un nuovo repertorio di canti popolari queer. Insieme un gruppo di partecipanti al suo workshop Hot Bodies – Choir. E poi ancora l’originale Tiresia di BLUEMOTION/Giorgina Pi, le video installazioni – teoretiche di Salvo Lombardo, le performance ibride di Kinkaleri & Jacopo Benassi e di Giorgia Ohanesian Nardin, le coreografie di Radouan Mriziga, Jacopo Jenna, Marco D’Agostin, le creazioni di Emilia Verginelli e di Paola Rota con Simonetta Solder e Teho Teardo, quest’ultima nell’ambito di Fabulamundi – Playwriting Europe. E il progetto europeo si intreccia quest’anno con Panorama Roma, la sezione che ospiterà Alessandra Di Lernia, Frosini/Timpano, lacasadargilla, Manuela Cherubini + Luisa Merloni e Veronica Cruciani.

Ogni sera, poi, in chiusura, gli eventi di Controra, la sezione musicale e notturna del festival, fra cui il concerto di Felix Kubin e i dj set di Elena Colombi e di Dj Marcelle.

Un’edizione plasmata ancora di più dal dialogo e dalla relazione, contraddistinta dalla prossimità intesa non come condizione fisica e spaziale ma come intenzione – politica, esistenziale, emotiva – da rimettere al centro del pensiero e dell’azione del festival. È la stessa costruzione del programma, infatti, a essere il risultato dello scambio con gli artisti e le artiste, in un disegno dell’edizione che inevitabilmente è stato in parte riscritto alla luce dell’emergenza sanitaria: “Se fino a ora Short Theatre cartografava e ricomponeva i segni del mutevole paesaggio dello spettacolo dal vivo, oggi il suo fare deve collocarsi su un piano ancora più profondo: non basta più preparare la casa in cui invitare artiste e artisti, perché di quella casa dobbiamo riprogettare insieme la forma, reiventando anche le strategie e gli strumenti con cui costruirla. E il presente ci dice che questo vale tanto per il mondo dell’arte che fuori, ovunque. Nell’esigenza di restare aderenti con il presente, abbiamo cercato di mantenere aperto il dialogo con le compagnie e gli/le artisti/e, scegliendo insieme come rimodulare la relazione con il festival. Alcuni/e degli artisti e delle artiste che erano già state coinvolte, soprattutto chi proviene da paesi non europei o chi sarebbe stato per la prima volta in Italia, saranno presentati/e nel 2021, per dar modo a un pubblico più ampio di scoprirne il lavoro; così come coloro i cui progetti non avrebbero trovato le condizioni ideali per essere presentati. L’intenzione è stata quindi quella di portare avanti la stessa pratica con cui siamo solite ideare il programma: condividendo il percorso con cui prende forma il festival insieme agli/le artisti/e, immaginando di volta in volta la modalità più adatta di presentarne il lavoro, costruendovi intorno un pensiero e un contesto, componendo insieme un discorso.” raccontano Francesca Corona, Fabrizio Arcuri e lo staff del festival.

Nell’ottica di riscrittura dei meccanismi di mobilità e ospitalità nelle arti performative, una grande novità di questa edizione: Short Theatre 2020 sarà il momento in cui sperimentare una forma di coabitazione con un secondo festival, il portoghese Materiais Diversos, nell’ambito dell’attività del Displacement of Festivals prevista dal progetto europeo More Than This, che curerà parte del programma del festival, presentando i lavori di David Marques, Volmir Cordeiro, Tiago Cadete e Catarina Miranda.

Ad amplificare il programma di Short Theatre 2020 tornano anche quest’anno i Progetti in Residenza, che quest’anno si intrecciano con Tempo Libero, la sezione dedicata ai workshop: Les Cliniques Dramaturgiques – a cura di Muta Imago, Elise Simonet e Jessie Mill, è il progetto in residenza che per la prima volta attraverserà tutto il festival con un uno spazio-tempo dedicato alla cura dei processi di creazione di drammaturgie inedite, in cui sei dramaturg offriranno la loro attenzione, il loro ascolto e la loro presenza ad un gruppo di artisti locali di teatro e danza, attraverso una serie di consultazioni e momenti di condivisione. Si chiude invece il triennio di residenza di OHT con il progetto Little Fun Palace, che quest’anno in parte si trasforma in Scuola Nomadica rivolta a un gruppo dieci partecipanti, ma che continuerà poi ad ospitare incontri, talk, presentazioni di libri, ascolti per tutta la durata del festival. Gli altri workshop e laboratori di Tempo Libero saranno Dèsir Mimetique di Jacopo Jenna, rivolto a ragazzi e ragazze dai 10 ai 14 anni, e Hot Bodies – Choir di Gerald Kurdian il cui esito sarà accolto nella programmazione di WeGil. Completa il programma dedicato alla formazione il workshop intensivo di Françoise Vergès, già ospite del festival lo scorso anno con una seguitissima lectio magistralis, sul tema della decolonizzazione delle arti, rivolto ad artisti, ricercatori, membri delle istituzioni culturali, attivisti, ecc.

Short Theatre 2020 è ideato e organizzato da AREA06 con la supervisione e l’accompagnamento artistico di Fabrizio Arcuri e Francesca Corona. È realizzato con il sostegno di MiBACT e Regione Lazio e il patrocinio di Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Si svolge in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e con il supporto di Institut Français Italia, Accademia di Spagna Roma, Istituto Svizzero. Short Theatre fa parte di Romarama, il palinsesto culturale di Roma Capitale.

 

PROGRAMMA

Short Theatre 2020 prende avvio nuovamente nello spazio di WeGil – dove il festival abiterà dal venerdì 4 alla domenica 6 settembre – che dallo scorso anno è oggetto di un processo di rielaborazione e risignificazione in senso decoloniale della sua eredità architettonica, attraverso i lavori degli artisti e le artiste e grazie anche alla collaborazione con il Modulo Arti del Master in Studi e Politiche di Genere di Roma Tre, curato da Ilenia Caleo. Per permettere il rispetto del distanziamento fisico imposto dalle norme anti-covid, oltre che per attraversare ancora diversamente lo spazio, nel giorno di apertura le performance si dissemineranno soprattutto nello spazio aperto antistante l’edificio. In questi primi tre giorni di programmazione si entra subito nelle questioni vive che animano questa edizione di Short Theatre. I corpi e gli immaginari di culture “altre” sono i due elementi cardine delle installazioni video di Salvo Lombardo, coreografo basato a Roma con la sua compagnia Chiasma, e quelle di Monira Al Qadiri, giovane artista visiva del Kuwait, nata in Senegal e cresciuta in Giappone. Lombardo presenta due opere: Jungle Soul, un habitat immersivo che riproduce un indistinto giardino “esotico”, in cui emergono le derive dell’appropriazione culturale e degli immaginari contemporanei; e la camera-bottega Opacity#2, in cui il coreografo fa confluire le tracce e gli oggetti visivi, testuali, performativi generati lungo il tempo della creazione di Excelsior, uno dei suoi ultimi lavori, che parte da una lettura post-coloniale del Gran Ballo Excelsior del 1881, cruciale per l’affermazione della cultura e dell’identità moderna europea. Monira Al Qadiri arriva invece a Short Theatre con tre suoi lavori – Diver, Travel Prayer e Behind the Sun – che attraverso il linguaggio plastico del video interpretano e raccontano le culture del Golfo Persico, tra tradizione, complessità e stereotipi. Il collettivo Zapruder, sperimentatori del linguaggio cinematografico, a cavallo tra arte visiva e performance, presenta Anubi is not a dog, una straniante set-performance in cui seguiremo la realizzazione di un lavoro filmico, i cui protagonisti saranno un gruppo di cani e i loro proprietari impegnati in un dog show. Al centro della performance site specific 0. / Short Theatre di Radouan Mriziga c’è la relazione tra corpo umano e spazio, in cui il coreografo marocchino continua a esplorare il legame tra danza e architettura, e la combinazione di corpo, mente e spirito. Gérald Kurdian presenta invece Hot Bodies – Choir, esito finale di un laboratorio sviluppato nei giorni precedenti al Teatro India con un gruppo eterogeneo di persone, di tutte le età, provenienza, genere e orientamento sessuale sulla composizione di un repertorio canoro queer. Si inscrive sul fronte dell’interazione tra visivo e performativo, Once More della compagnia di teatro-danza Kinkaleri con il fotografo Jacopo Benassi: un confronto senza freni tra due soggetti, dove corpo, suono, luce, buio e parole si fanno partitura libera e improvvisa, di fronte all’occhio imperscrutabile della macchina fotografica, che registra e ridefinisce in tempo reale ciò che accade. Prende le mosse invece dalla nostra tradizione occidentale, e nello specifico dalla letteratura antica, per riscriverla e ribaltarla completamente, Tiresias, nuova produzione di BLUEMOTION / Giorgina P. da un testo della poetessa, rapper, drammaturga inglese Kate Tempest. Gabriele Portoghese dà vita a un Tiresia a cavallo tra le epoche, le città e i generi sessuali, così come tra i modelli che attraversano la nostra cultura da secoli. Un momento importante nell’articolazione di questo programma che dialoga con l’eredità storica e coloniale del luogo, sarà poi l’incontro pubblico con la filosofa Elsa Dorlin, di cui Fandango ha da poco pubblicato il suo Difendersi. Una filosofia della violenza, una genealogia dell’autodifesa che illustra come la storia opponga i corpi “degni di essere difesi” da coloro che, disarmati o resi indifendibili, rimangono esposti alla violenza del potere dominante.

Da lunedì 7 settembre Short Theatre 2020 accende la sua seconda location, quella della Pelanda del Mattatoio di Roma, dove il festival prosegue fino alla chiusura del 13 settembre. Anche in questo caso, le norme di sicurezza e la condizione pandemica hanno dato modo di ripensare l’uso degli spazi della Pelanda, e in generale del Mattatoio, immaginandone diversamente le sale interne e ampliando l’utilizzo delle zone esterne, permettendo così di indagare nuove modalità di relazione tra i corpi. Si parte con il progetto europeo Fabulamundi Playwriting Europe, giunto alla sua ultima edizione, che quest’anno si intreccia con il cantiere artistico Panorama Roma: un’interazione speciale che fa incontrare cinque compagnie romane – Alessandra Di Lernia, Lacasadargilla, Frosini/Timpano, Manuela Cherubini & Luisa Merloni, Veronica Cruciani – con cinque testi selezionati dal progetto europeo, dando la possibilità al pubblico di scoprire direttamente il processo di creazione attraverso delle sessioni giornaliere di prove aperte. In questo contesto, la Pelanda ospiterà anche la messa in scena di un altro dei testi selezionati da Fabulamundi: Illegal Helpers, dell’autrice Maxi Obexer, tradotto in dispositivo site-specific da Paola Rota e Simonetta Solder, con la drammaturgia musicale ideata e sviluppata da Teho Teardo. Sono gli aiutanti illegali i protagonisti di questo spettacolo, uomini e donne che tutti i giorni prendono il rischio di agire per aiutare migranti e richiedenti asilo a passare i confini, affrontare i colloqui, trovare riparo. Il tema della crisi migratoria del Mediterraneo svela l’altra faccia del colonialismo e attraversa la settimana di programmazione alla Pelanda con l’installazione video Liquid Violence di Forensic Oceanography, progetto di ricerca artistica con sede presso la prestigiosa Goldsmiths University of London, che indaga criticamente il regime di frontiera militarizzato nel Mar Mediterraneo. Un lavoro collaborativo che sfrutta il formato e il contesto artistico per generare un’azione di attivismo concreto, contribuendo a fornire dati scientifici per inchieste e azioni legali legate ad alcuni casi avvenuti nel Mediterraneo.

Seppur da una diversa prospettiva, a trattare il tema del colonialismo e del privilegio bianco, matrici del razzismo sistemico che anche in Italia viviamo, ci pensa anche Giorgia Ohanesian Nardin, intrecciando autobiografia, riflessione teorica e ricerca artistica. Գիշեր | gisher ha a che fare con la storia personale, con le radici profonde di un’identità prismatica, con l’eredità ancestrale e il trauma intergenerazionale di chi discende da una cultura perseguitata come quella armena. Sempre nel campo del racconto personale, tra autobiografia e creazione artistica, si colloca First Love di Marco D’Agostin: sulle orme del suo mito d’infanzia, la sciatrice Stefania Belmondo, il danzatore e coreografo esplora la matrice motoria della propria pratica e rilegge la più celebre gara della campionessa piemontese, la 15km a tecnica libera delle Olimpiadi di Salt Lake City 2002, in un grido di vendetta, disperata esultanza e smembramento della nostalgia. È ancora lo sguardo sul confine labile tra la propria storia e i temi generali che il presente ci impone, da cui prende vita Io non sono nessuno di Emilia Verginelli, che debutta in anteprima a Short Theatre 2020 e che raccoglie episodi della sua esperienza come volontaria teatrale all’interno di una Casa-Famiglia, indagando il rapporto con alcuni dei bambini che la abitano, tra cui Muradif, co-protagonista del lavoro. Quella zona grigia che esiste tra storia personale ed esperienza collettiva si incarna poi nei movimenti e nei corpi di ciascuno di noi, producendo immaginario, modello, unità culturale condivisa, e rendendo il corpo un vero e proprio archivio: è quello che ci mostra Jacopo Jenna nel suo Alcune Coreografie, creato in collaborazione con l’artista visivo Roberto Fassone, in cui il corpo e la danza di Ramona Caia si misura dal vivo con un repertorio immenso di gesti, movimenti, coreografie esemplari della storia della danza – accademica, popolare, d’avanguardia –in un montaggio cinematografico di immagini che prosegue fino a perdere il legame stesso con la figura umana, trasformandosi in puro movimento lasciato all’interpretazione del pubblico. Allo stesso modo, anche David Marques nel suo Danca Sem Vergonha esplora gli immaginari motori e culturali legati alla danza ma da una posizione più intima, nello specifico quella della propria stanza, in cui “senza vergogna” si abbandona alla danza e all’espressione di sé confondendo il piano del tempo e dello spazio, del pubblico e del privato. David Marques è uno degli artisti che fanno parte della co-abitazione che quest’anno Short Theatre realizza con Materiais Diversos, festival portoghese che cura parte del programma di Short nell’ambito dell’attività del Displacement of Festival prevista dal progetto europeo More Than This: un modo per interrogare la nozione di “ospitalità”, che nasconde spesso dinamiche di dominio e di potere, riducendo l’altro a un’immagine cristallizzata. Oltre a Marques, Materiais Diversos presenta a Short Theatre 2020 la danzatrice Catarina Miranda, con Dream is the dreamer, un solo che esplora la dimensione dell’umano e del post-umano, del reale e dell’immaginario attraverso la manipolazione di materiali, come la plastica; Volmir Cordeiro, con il suo Street dove, in compagnia di un percussionista in scena, attraverso il corpo e il movimento fa proprio lo spazio pubblico, esplorandone le diverse anime e incorporando le soggettività che lo percorrono; e Tiago Cadete che in Fiume ci accompagna in un immaginario tour guidato che attraversa le storie del fiume Tevere e del Tago, il più lungo fiume della penisola iberica, tra glorie e tragedie, misteri e intrighi.

Tra reale e immaginario, o meglio, digitale, si colloca poi Be Arielle F. dell’artista visivo Simon Senn, una performance teatrale che è anche una conferenza, una dimostrazione e una confessione, in cui emerge come il mondo virtuale e il mondo reale non siano sempre in opposizione, rendendo visibile l’intreccio inaspettato tra tecnologia, rappresentazione, genere e legge. Genere e sperimentazione sono poi i temi centrali anche nei due documentari-ritratto che Marie Losier, acclamata regista e curatrice d’arte di base a New York, dedica a due personalità eccezionali del panorama della musica internazionale: Felix Kubin – protagonista indiscusso della scena sperimentale, decano del pop elettronico che sarà presente a Short Theatre 2020 non solo in video ma anche in concerto – nel film Felix in Wonderland!; e Genesis P-Orridge, cantante, musicista e artista fra i principali esponenti dell’industrial, pioniera dell’acid house e mente dei Trobbling Ghriste, da poco scomparsa, di cui Marie Losier racconta la relazione – d’amore e di vita – con la sua compagna Lady Jaye nel documentario The Ballad of Genesis and Lady Jaye.

La quindicesima edizione di Short Theatre 2020 si chiude tra la Pelanda e il Teatro Argentina dove il 12 e il 13 settembre andrà in scena La Plaza del collettivo El Conde de Torrefiel, realizzato in collaborazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale. La Plaza, spettacolo per venti performer in scena – possibile in questo momento di emergenza sanitaria solo grazie alle grandi dimensioni del palco – che dà vita a un’agorà urbana che racconta il presente facendo leva sulla memoria collettiva del passato, tra minuzie quotidiane ed eventi epocali, espandendo la nostra percezione dello spazio e del tempo e proiettando l’attenzione sul futuro concepito come una dimensione sconosciuta e imprevedibile.

Ombre dal bosco sacro

Ombre dal bosco sacro
I miti di Nemi interpretati

 

IL CUORE DI FIRENZE – INSIEME PER LA CINA

Asta benefica di Arte Contemporanea per il Charity Dinner IL CUORE DI FIRENZE – INSIEME PER LA CINA

Il Cuore di Firenze e Zhong Art International, mossi dall’ urgenza di inviare un segno concreto di solidarietà e vicinanza alla popolazione cinese impegnata a fronteggiare l’emergenza del Coronavirus, sono i promotori del Charity Dinner Il Cuore di Firenze – Insieme per la Cina che si terrà nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio il 15 marzo 2020 alle ore 20. Scopo della serata è la raccolta di fondi destinati all’acquisto di materiale sanitario di prima necessità da inviare in Cina.

Per rendere ancora più efficace l’evento, la cena sarà accompagnata da un’Asta benefica di opere d’arte contemporanea, a cui sono invitati a prendere parte artisti di ogni nazionalità e formazione, nel rispetto delle condizioni riportate nella presente domanda di partecipazione. L’ asta potrà essere trasmessa on-line anche in Cina, agendo così da elemento di congiunzione reale con Firenze.
Al tempo stesso l’iniziativa vuole trasmettere al popolo cinese un forte messaggio di condivisione e prossimità da parte della città di Firenze, legata alla Cina da una lunga e solida amicizia.

Il Cuore di Firenze è un progetto solidale che ogni anno organizza eventi e iniziative per raggiungere importanti obiettivi legati all’assistenza sociale e alla tutela della Salute. La rete istituzionale ideatrice del progetto è costituita dagli antichi enti caritatevoli di Firenze: l’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, Montedomini, La Compagnia del Bigallo, la Fondazione Santa Maria Nuova ONLUS e l’Istituto degli Innocenti, istituzioni che da secoli testimoniano l’innata solidarietà del popolo fiorentino.
Zhong Art International, a partire dalle sedi di Firenze e Beijing, opera dal 2013 con l’obiettivo di diffondere in Italia il patrimonio artistico cinese e favorire al contempo la diffusione della cultura italiana in Cina, in una logica di scambio e reciprocità tra i due paesi, geograficamente lontani ma vicini nello spirito. È impegnata nei settori dell’arte, dell’education e della promozione dei rapporti strategici e commerciali tra Italia e Cina, sempre con lo scopo di rendere più solido il ponte culturale tra le due.

 

Gioia e Mariasole Fortuna

Giuseppe Pansini

Gioia e Mariasole Fortuna
La fiaba e il discorso della psicologia nell’arte

Convegno sui rapporti tra la psicologia e l’arte

 

Sotto il segno della bilancia

Progetto per le scuole un libro per contrastare il fenomeno del bullismo.

Può un libro contrastare il fenomeno del bullismo? A nostro avviso sì. “Sotto il segno della bilancia news” lo abbiamo scritto proprio per questo: arginare le discriminazioni, impedire le prepotenze, aiutare le persone che vivono un problema fisico ad uscire da uno stato di incomprensione, immobilismo e solitudine. Abbiamo raccolto le storie, le raccomandazioni e le rivendicazioni di chi è affetto da obesità e disturbi del comportamento alimentare proprio con lo scopo di combattere i pregiudizi e lo stigma sociale basati sul peso. I numerosi riconoscimenti ottenuti non solo ci incoraggiano a proseguire la lotta intrapresa contro la violenza e l’ignoranza, ma ci spingono alla volontà di estenderla in modo tenace e capillare nelle scuole. Siamo infatti convinti che la strategia migliore per combattere il bullismo sia la prevenzione, alla base della quale c’è la promozione di un clima culturale, sociale ed emotivo in grado di scoraggiare sul nascere i comportamenti di prevaricazione e prepotenza. La scuola è il primo luogo di relazioni sociali per bambini e ragazzi e, in virtù del suo ruolo educativo, ha la responsabilità di farsi portavoce di quei valori fondanti di una buona società che sono il profondo e radicale antidito contro la discriminazione: la conoscenza reciproca, la stima di sé, l’apertura verso la diversità, il rispetto incondizionato degli altri. Proprio la consapevolezza dell’altissimo valore formativo della scuola oggi ci spinge alla richiesta di divulgazione, corredata da opportuni approfondimenti e dibattiti, del nostro testo negli istituti di formazione primaria e secondaria, con particolare riferimento e diffusione delle testimonianze professionali di grande prestigio in esso raccolte, come la quelle di Giuseppe Mele (Presidente SIMP – Società italiana medici pediatri – e Presidente PAIDÓSS, Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e Adolescenza), di Vito Leonardo Miniello (docente di Pediatria, Nutrizione e Dietetica all’Università Aldo Moro di Bari) e di Angela Ferracci (Presidente C.I.D.O – Comitato Italiano per i Diritti delle Persone affette da Obesità e Disturbi alimentari). Siamo certi che vorrete aiutarci in questo nostro importante progetto di sensibilizzazione, incoraggiando un percorso narrativo nato cinque anni fa dove chiunque si è appoggiato ancora oggi continua a metterci cuore e speranza.

In fede,
Fabio De Nunzio e Vittorio Graziosi

Riconoscimenti: “Amici del Corinaldesi”, “Città di Filottrano”, Associazione “Metoxè”, “Città di
S.Marina”, “Città di Carovigno”, Riconoscimento “Palinuro”, titolo di Cavaliere della Pace a Fabio De Nunzio, Premio letterario “Progetti di Armonie”, Premio letterario Pegasus – Premio speciale della critica -“Città di Cattolica, Premio letterario Nazionale Equilibri.