L’arte indigena contemporanea brasiliana

Negli ultimi anni in Brasile, l’arte indigena ha avuto ripercussioni sulla scena artistica nazionale e internazionale. Attraverso la presentazione delle opere di alcuni dei principali esponenti Jaider Esbell, Denilson Baniwa, Daiara Tukano, la conferenza analizzerá il significato delle cosmologie amerindie che ci permetteranno di individuare le specificità cosmopolitiche ed estetiche di tali espressioni i cui significati superano quelli della tradizione artística occidentale, presentando non paesaggi o materialitá esterne ma complesse architetture di ecologie di interazione tra entitá non soggettive e trans-specifiche (animali, piante, spiriti, oggetti, ecc).

Eliete da Silva Pereiras è docente ricercatrice del Museo di Archeologia e etnologia dell´Università di S. Paulo USP. PHD in Scienze della Comunicazione presso la Scuola di Comunicazione e Arti della stessa universitá dove é ricercatrice presso l’ATOPOS International Research Center come coordinatrice della linea di ricerca sulla digitalizzazione dei saperi locali. Ha cosenguito la laurea in Storia e il Master in Scienze Sociali presso l’Università di Brasilia (UnB) Attualmente é consulente presso l’Organizzazione degli Stati Iberoamericani (OEI) per l’educazione indigena per conto del Ministero dell’Istruzione del Brasile (MEC). Ha pubblicato diversi articoli sulla comunicazione e sul net-attivismo indigeno. È autrice del libro – Ciborgues indígen@s.br: a presença nativa no ciberespaço – (Annablume, 2012)

In copertina: A Guerra dos Kanaímés 8 dalla serie A Guerra dos Kanaímés 2020, Acrilico e Posca su tela 145x110cm

Digital & Interactive Media Design: la scena immateriale

RA, la Realtà Aumenta applicata all’Opera Lirica

Relatori:
Cristian Taraborrelli (regista)
Luca Attili (video designer)
Alessandro Paparatti (Ceo Multi Media Mood)
Bruno Di Marino (docente di Teoria e analisi del cinema e dell’audiovisivo).

Portare la realtà aumentata nel teatro e soprattutto nella lirica. È su questo progetto innovativo e quasi rivoluzionario che si è orientata, negli ultimi anni, la ricerca dello scenografo, costumista e regista Cristian Taraborrelli. La sua carriera, iniziata collaborando con Barberio Corsetti e proseguita spaziando dal teatro di ricerca all’opera lirica, è ora indirizzata a interpretare quest’ultima attraverso forme sceniche multidisciplinari, coniugando le arti visive e le performance con tecnologie sceniche all’avanguardia. Progetto pilota di questo nuova visione è sicuramente stato la messa in scena di Pagliacci, spettacolo del 2020, nel quale sono state utilizzate le più disparate tecnologie video, in particolare multiple videoproiezioni di grandi dimensioni (sia in overlap che non), sagomate, mappate e mascherate, su diversi livelli e su materiali di varia natura tra i quali tulle, tripoline, stoffe, terra e materiali plastici; in aggiunta ai videoproiettori era presente un grande ledwall, che in momenti specifici dell’opera veniva svelato sovrastando il boccascena.
Una vera sfida tecnica: aumented reality in real time significa che una parte dello spettacolo viene ripresa da varie telecamere su un grande set green attrezzato sul palco (visibile agli spettatori) e, dietro le quinte, una regia video la invia a server grafici che provvedono ad insertarla nel mondo 3D creato ad hoc per poi rinviare il segnale video risultante al ledwall che sovrasta il palco: il tutto in tempo reale.
È questo l’argomento dell’interessante ed imperdibile conferenza con Cristian Tiraborrelli e coloro che hanno collaborato alla riuscita di questo importante evento, che si terrà il 21 febbraio alle ore 11,00 in Aula Magna. Rivolto non solo agli studenti di Scenografia ma, proprio per le sue implicazioni artistiche e tecnologiche, a tutti gli studenti e docenti dell’Accademia.

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Stampa digitale 2010/2022

La stampa digitale è l’ultima arrivata nella secolare storia della stampa, e permette di riconsiderare la produzione d’immagini stampate in ambito artistico, trovando inediti rapporti fra tradizione e modernità. Il laboratorio di Stampa digitale, tenuto dal Prof. Roberto Pace, nel periodo 2010/2022 ha operato grazie a lezioni strutturate come eventi didattici che accrescono la sensibilità personale. Nel passato le tecniche che permettevano la riproduzione dell’immagine richiedevano tempi lunghi di maturazione perché fossero utilizzabili per scopi espressivi. Oggi, perché un’immagine possa essere usata in senso visionario, basta sottrarre le nuove tecnologie all’uso commerciale. In aula si è confrontata la tecnologia con opere d’arte contemporanea, in modo da ripensarne l’utilizzo standard. Abbiamo sposato le caratteristiche proprie della cultura visiva italiana, determinata da una condizione unica di continuità con il passato, che il termine “Rinascimento” ha fissato come capacità di pensare il nuovo non in opposizione all’antico e riconoscendo nella possibilità infinita di rinnovarsi il cuore della tradizione. La stampa digitale è un punto d’incontro e di scambio tra manuale e digitale, tra astrazione e fotografia. La superficie stampata con le nuove tecnologie è stata indagata in concreto nel laboratorio attraverso la concettualizzazione delle tecniche e l’uso di artisti usati come avatar personali, che potenziano le capacità individuali di ogni studente.

La mostra non è cronologica, ma caratterizzata da un’ottica d’allestimento vivace, che ne rinnoverà le motivazioni originarie; non vuole solo documentare, ma riattivare i percorsi sviluppati in precedenza, trovando significati inediti. L’allestimento accosterà visivamente le stampe ink-jet di piccolo formato del triennio con i manifesti di cm 300×400 del biennio; le sperimentazioni tecniche che ripensano il disegno attraverso le diverse opzioni fornite dalla tecnologia digitale nella loro fusione con materiali e tecniche storiche; mostrerà foto e materiali a stampa delle tre mostre sviluppate nel laboratorio che ripensavano la didattica accademica; raccoglierà per campionatura le tesi più originali, rendering e montaggi in Aula 1, incursioni virtuali nella galleria Gagosian, allestimenti realizzati al Maam, gli autoritratti Warhol+Albers; esami New Vision; i progetti del ventaglio del presidente vinto negli ultimi anni da tre studenti del corso.

Un catalogo edito da “Gli Ori” raccoglierà successivamente gli esiti della mostra, arricchendosi con immagini selezionate dall’archivio del corso, ampliando la riflessione teorica sia nei testi che nell’impianto grafico, il quale muterà in base agli intrecci del materiale visivo.

Inaugurazione:
6 marzo ore 10.00 – 13.00 / 15 – 18.30

DETTAGLI ORARI:
dal lunedì al venerdì, ore 10-13 e 15-18:30;
il sabato con orario 10 -12 (su app.to).
Il docente Roberto Pace sarà a disposizione durante l’intera durata della mostra.
Durante la mostra, i visitatori potranno partecipare alle lezioni del corso che si terranno l’8 e il 15 marzo in Aula Colleoni, alle 9-16.

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti, g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Marianna Pontillo, Chiara Picco, Martina Macchia, comunicazione@abaroma.it

La creatività, dalla formazione al mondo del lavoro

Conferenza in presenza e online nell’ambito di Roma Racconta… le professioni del patrimonio culturale.

Relatori:
Domenico De Masi – Sapienza Università di Roma
Miriam Mirolla – Accademia di Belle Arti di Roma

La storia del lavoro può essere suddivisa in tre grandi fasi:
• la prima, che va dalla Mesopotamia di 5.000 anni fa all’Inghilterra di metà Settecento è stata centrata sull’agricoltura e sull’artigianato;
• la seconda, che coincide con la società industriale e va dalla metà del Settecento alla metà del Novecento, è stata centrata sulla produzione in fabbrica di beni materiali come i frigoriferi e le automobili;
• la terza, che per comodità chiamiamo post industriale, è iniziata a partire dall’ultima guerra mondiale ed è centrata sulla produzione di beni immateriali come i servizi, le informazioni, i simboli, i valori e l’estetica. In ognuna di queste epoche il lavoro ha avuto i suoi protagonisti, i suoi metodi, i suoi effetti sociali.
Oggi la produzione immateriale prevale su quella materiale; i lavori di natura intellettuale prevalgono su quelli di natura fisica; tra i lavori intellettuali tendono a prevalere quelli creativi; un numero crescente di mansioni può essere delegato alle macchine; i lavoratori di cultura analogica prevalgono via via su quelli di cultura digitale.

Nonostante lo sviluppo tecnologico e l’intelligenza artificiale, resterà ai lavoratori il monopolio delle attività necessarie a soddisfare le esigenze umane di creatività, affettività, estetica, etica, collaborazione, pensiero critico e problem solving. Saranno questi i lavori del futuro.

Domenico De Masi professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università “Sapienza” di Roma dove è stato preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione.
È membro del comitato scientifico della rivista Sociologia del lavoro e del comitato etico della Fondazione Veronesi. È stato presidente dell’In/Arch (Istituto italiano di architettura) e dell’AIF (Associazione italiana formatori).
È autore di numerosi saggi di sociologia urbana, dello sviluppo e dei macro-sistemi.
Tra i numerosi libri dedicati al lavoro e all’organizzazione ricordiamo i più recenti Lavoro 2025 (Marsilio, 2017); Il lavoro nel XXI secolo (Einaudi, 2018); Lo Stato necessario. Lavoro e pubblico impiego nell’Italia post industriale (Rizzoli, 2020); Smart Working. La rivoluzione del lavoro intelligente (Marsilio, 2020).
Tra i suoi libri dedicati alla creatività ricordiamo: L’emozione e la regola. I gruppi creativi in Europa tra il 1850 e il 1950 (Laterza 1989 e Rizzoli 2015); La fantasia e la concretezza. Creatività individuale e di gruppo (Rizzoli, 2003); L’ozio creativo (Rizzoli, 2018).

Miriam Mirolla insegna Psicologia dell’Arte e Teoria della Percezione e Psicologia della Forma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Dal 1986 svolge attività di ricerca presso il Centro Studi Sperimentali Jartrakor di Roma, pubblica articoli scientifici sulla Rivista di Psicologia dell’Arte e avvia la sua attività di artista Eventualista.
Nel 1991 lavora presso il PS1 Institute of Contemporary Art di New York.
Ha pubblicato libri e saggi; tra i più recenti si ricordano: L’Arte che anticipa il Futuro (LAP Ed. 2017); Specchio Tachistoscopico con Stimolazione a sognare. Scritti e Ricerche (LAP Ed. 2020); Underground Eventualista. La ricerca estetica in Italia dal 1979 al 2019 (LAP Ed. 2022).
Come artista sperimentale, ha realizzato numerose mostre: “The Tour of the House,” Jartrakor Roma, “The Self-Cube and other experiments”, 798 Art District, Beijing, “Autoritratti anti-espressivi”, Musei Capitolini, Roma, “Letture Interattive: la Costituzione italiana”, Museo Macro, Roma.
Dal 2010 è Direttore Scientifico di LAP – Laboratory of Art Psychology e Presidente di APEXperience Association e dal 2021 è Presidente del think tank “Pensare Insieme”.

Iperoggetti e ecologie datificate: la fine di un’idea di mondo

Lectio Magistralis tenuta da Massimo di Felice

Nell’ambito delle scienze umane , negli ultimi anni, si è intensificato il dibattito sul protagonismo dei non umani. Dalla ontologia orientata agli oggetti di G. Harman, alla virata ontologica in antropologia (P. Descola V. De Castro, B. Latour), tra le diverse posizioni si é iniziato anche a mettere in luce l’avvento di un nuovo tipo di materialitá che ha carpito l ́attenzione di diversi autori che ne hanno fornito diverse definizioni, Tra questi, troviamo gli iper-oggetti di T. Morton, la cosa che sente di M. Perniola e le forme di info-materialitá prodotte dalla datificazione e dalle hiper realtá digitali.
Obiettivo della conferenze sará presentare all’interno di tale dibattito i concetti di transustanziazione e di info-materialitá.

Massimo Di Felice é ordinario di Data ecology presso il Programma di Scienze Ambientali dell ́Istituto di Energia e Ambiente (IEE) dell ́Universitá di S. Paulo (USP) in Brasile e di Teoria delle reti presso la stessa universitá. E ́ ricercatore nazionale con borsa di studio per l ́alto livello di produttivitá del Consiglio Nazionale dello Sviluppo Scientifico e Tecnologico del Brasile. E ́ post dottore per La Sorbona di Parigi, PHD in scienza della comunicazione per l ́Universitá di S. Paulo e sociologo per l ́Universitá La Sapienza di Roma. In Brasile coordina il centro Internazionale di ricerca sulle reti digitali Atopos e la piattaforma per la ricerca e la disseminazione della cittadinanza digitale Cidig, uma rete che connetta 12 stati e 30 docenti di diverse universitá.

Presentazione del libro di Beatrice Peria: La prospettiva invisibile. Forme visuali della temporalità nell’arte

La prospettiva invisibile. Forme visuali della temporalità nell’arte, L’Erma di Bretschneider, 2022. Presentazione del libro di Beatrice Peria.

Ne parlano con l’autrice:
Alessandra Castellani – Accademia di Brera
Dalma Frascarelli – Accademia di Roma
Giampiero Moretti – Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Marco Rinaldi – Accademia di Roma

Saluti istituzionali di:
Cecilia Casorati, direttrice Accademia di Belle Arti di Roma

Il tempo, grandezza immateriale e per molti aspetti soggettiva, è difficile da concettualizzare, ma ancor più da visualizzare. Non a caso, si è a lungo ritenuto che le arti plastiche, tradizionalmente considerate arti dello spazio, non potessero accedere alla dimensione temporale. Eppure, il tema del tempo, il suo scorrere ineluttabile, la sua memoria, sono presenti in modo costante nella storia dell’arte, dall’arte antica a quella contemporanea, non solo come simboli, allegorie, miti o narrazioni, ma anche come scelte stilistiche o come strategie comunicative.
Parlare di una prospettiva invisibile significa riconoscere l’esistenza di un’altra prospettiva, quella temporale: un sistema più sfumato e elusivo che entra a far parte delle opere d’arte e le innerva dall’interno.
Il libro procede per nuclei tematici e concettuali — i calendari, la Vanitas, la narrazione, l’istante e la durata, la memoria e le memorie — per suggerire alcuni percorsi di lettura, tra i tanti possibili, che gravitano attorno all’idea di temporalità visuale.
Nessun vincolo cronologico, ma, al contrario, un dialogo sempre aperto, tra passato e presente, a dimostrare, sulla scorta della lezione warburghiana, come ogni immagine sia un deposito di memoria, sedimentata ma non inerte, pronta a essere recuperata, attualizzata, e anche mutata di senso.

abaroma prospettiva invisibile copertina libro

 

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti, g.gigliotti@abaroma.it
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From Palestine with Art

Mostra collettiva curata dal Palestine Museum US e promossa dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dall’associazione MedArtandCultures.

Il giorno 4 febbraio si inaugura, presso l’Aula Colleoni FROM PALESTINE WITH ART, una mostra collettiva curata dal Palestine Museum US e promossa dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dall’associazione MedArtandCultures.

La mostra, già presentata come evento collaterale della Biennale di Venezia 2022, è un progetto del Palestine Museum US, primo museo palestinese in occidente. L’amore per il proprio paese ha portato Faisal Saleh, direttore del museo, a raccogliere una selezione di opere, testimonianze e documentazioni della realtà artistica palestinese tradizionale e contemporanea.

Il percorso espositivo di FROM PALESTINE WITH ART, fa conoscere ai visitatori la storia, le tradizioni e la cultura della Palestina attraverso l’arte, volgendo lo sguardo sul presente e immaginando il futuro.

I diciannove artisti partecipanti, che vivono sia in Palestina che in altri paesi, riflettono sugli aspetti più profondi della cultura del loro Paese, senza farsi condizionare dalla complessità sociopolitica attuale. Le loro opere: dipinti, fotografie, sculture, ed installazioni, ci raccontano la storia palestinese attraverso le arti.

FROM PALESTINE WITH ART mette in evidenza il desiderio del popolo palestinese di affermare dei diritti inalienabili attraverso il linguaggio dell’arte, dando vita e colore alla sua visione politica. Gli artisti utilizzano simboli e concetti noti come la kefiah, la mappa storica della Palestina, l’identità femminile, la diaspora e il mutamento del paesaggio; elementi che raccontano con passione e consapevolezza la cultura e la forza di un popolo.

La mostra è realizzata in collaborazione con MedArtandCulture, associazione no-profit, che guarda al Mediterraneo come bacino di idee e creatività e sostiene la diffusione della conoscenza e delle identità culturali come contributo per superare gli stereotipi e costruire una nuova civiltà del vivere insieme basata su principi di libertà e giustizia sociale.

Il giorno dell’inaugurazione la soprano Zeina Barhoum, accompagnata dal pianista Marcos Madrigal, eseguiranno un breve repertorio di canti palestinesi e italiani.

Artisti:
Karim Abu Shakra, Salman Abu Sitta, Ghassan Abu Laban, Ibrahim Alazza, Mohamed Alhai, Nabil Anani, Hanan Awad, Jacueline Bejani, Sana Farah Bishara, Susan Bushnaq, Lux Eterna, Nadia Irshaid Gilbert, Samia Halaby, Rula Halawani, Samar Hussaini, Mohamed Khalil, Rania Matar, Nameer Qassim, Taqi Sabateen

In collaborazione con:

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Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Martina Macchia, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it

In copertina: Nameer Qassim, Enough, 2020

Nelle vesti di Dante

La Shoah e l’immagine

Conferenza/dialogo in preparazione del giorno della memoria, del 27 Gennaio prossimo

Alfredo Pirri – Introduzione alla Shoah e l’immagine
Marco Brandizzi – I campi come celebrazione della fabbrica moderna
Claudio Libero Pisano – Restituire le opere d’arte rubate agli ebrei

In attesa del 27 Gennaio, data in cui ricorre il Giorno della Memoria, che ricorda le vittime dell’Olocausto e la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte delle truppe dell’Armata Rossa, si terrà una conferenza/dialogo durante la quale, tre professori delle cattedre (riunite per quest’occasione) di Pittura, Decorazione e Museologia del Contemporaneo, dialogheranno con i presenti cercando di fare emergere alcune domande solitamente poco trattate in occasione di questa celebrazione. Alcuni temi trattati sono: il rapporto fra memoria, storia ed opera d’arte, oppure, quello fra il disegno e la struttura architettonica dei campi e quello dell’industria moderna e contemporanea o la questione ancora aperta della restituzione delle opere d’arte razziate dai nazisti e dai fascisti a scapito delle famiglie ebraiche derubate delle opere di artisti spesso a loro contemporanei.

Arte e Volo

Saluti
Prof.ssa Cecilia Casorati direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Interventi
Aeronautica Militare: i nostri primi 100 anni, Gen. B.A. Giovanni Francesco Adamo, Capo del 5° Reparto – Comunicazione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica

L’Aeronautica Militare al servizio della collettività, Ten. Col. Pilota Daniela Benvenuti, 5° Reparto – Comunicazione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica

Arte e volo attraverso i manifesti e la cinematografia, Dott.ssa Maria Grazia Bella, Ufficio Storico – Stato Maggiore dell’Aeronautica

Roberto Crippa: artista e aviatore, Prof.ssa Cinzia Nardini, docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Alighiero Boetti: Cieli ad alta quota, Prof. Sergio Sarra, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma

La partecipazione al convegno dà diritto a 1CFA.

 

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