Eventi

Maya, Immagini dal terzo millennio


di Gabriella Dalesio

Condividi su:
Quando: 08/05-08/05/2025
Ore 15.00
Dove: Accademia di Belle Arti di Roma, Aula Magna "Lea Mattarella", via di Ripetta 222

Saluti Istituzionali: Cecilia Casorati, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Introduce: Ada Lombardi
Intervengono con l’autrice:
Andrea Aparo Von Flue, tecnologo – Università La Sapienza di Roma
Licia Galizia, artistaAccademia di Belle Arti L’Aquila
Maria Giovanna Musso, docente di Sociologia del mutamento, dell’arte e della creatività – Università La Sapienza di Roma

Sarà presente l’artista.

 

Un incontro dedicato al libro che raccoglie gli aforismi ispirati alle opere di Maurizio Mochetti, edito da ASEQ.

“Esci una sera sotto un vasto cielo stellato, alza gli occhi a quei milioni di mondi sopra la tua testa. Guarda la Via Lattea. In quell’infinità, la Terra si dissolve, sparisce e con essa sparisci anche tu. Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi’ Dove vuoi andare? Ti attende un viaggio…” G.I. Gurdjieff, Vedute sul mondo reale, Neri Pozza Editore

La luce è protagonista delle opere di Maurizio Mochetti. Gli aforismi qui presentati si ispirano ai suoi lavori che giocano con l’apparire e scomparire di qualsiasi forma in cui sono il tempo e lo spazio ad esserne annullati. Maya è un viaggio attraverso il loro gioco illusorio. Ma la luce è solo esteriore o ci appartiene come principio? Filo conduttore dell’autrice sono la lingua sanscrita, lingua sacra per i vedanta e il buddhismo, e l’indeterminatezza della realtà dei quanta. Arte e scienza sono forse la scommessa per l’evoluzione del genere umano?

“Il primo passo del raffinato argomento di Ipparco è: cosa vedrei se andassi fino alla punta del cono d’ombra della terra? Immaginarsi laggiù, a migliaia di miglia dalla terra, nello spazio interplanetario, voltarsi indietro e guardare la terra coprire il sole… Vedere con la mente. (…) Scienza e arte riguardano la continua riorganizzazione del nostro spazio concettuale, ciò che chiamiamo significato. L’arte non è nell’oggetto artistico e ancor meno in qualche misterioso mondo spirituale. È nella complessità del nostro cervello, nella caleidoscopica rete delle relazioni analogiche con cui i nostri neuroni reagiscono all’oggetto e tessono ciò che noi chiamiamo significato. Siamo coinvolti, perché questo ci porta un poco fuori dal nostro sonnambulismo abituale, fa ripartire la gioia di vedere qualcosa di nuovo nel mondo. È la stessa gioia che ci dà la scienza.”
Carlo Rovelli Buchi Bianchi – Dentro l’orizzonte, Ed. Adelphi

Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Coordinamento: Prof. Guglielmo Gigliotti g.gigliotti@abaroma.it
Collaborazione: Chiara Picco, Marianna Pontillo comunicazione@abaroma.it