L’arte e la poesia moderna, soprattutto nel periodo compreso tra il romanticismo e il surrealismo, hanno cercato di aprire la prospettiva dell’infinito e di far scoprire a ognuno la sua singolarità, inclusa la propria parte di tenebre. Costituivano una rivolta contro «l’inaccettabile condizione umana». Ma negli ultimi decenni, una buona parte della cultura contemporanea così come le reti informatiche stanno facendo la guerra all’immaginazione, seppellendola sotto un «eccesso di realtà» tramite una produzione di immagini insignificanti. La deforestazione dell’immaginario è catastrofica quanto la deforestazione dell’Amazzonia.
Annie Le Brun (1942) da giovane ha conosciuto André Breton e il surrealismo. Ne ha tratto ispirazione per una vasta opera di poesia e di saggistica. Situandosi al di fuori delle correnti e delle istituzioni, ha insistito sul valore liberatorio dell’immaginazione, soprattutto nel romanticismo, nel romanzo gotico, nell’opera del marchese de Sade, nella poesia moderna, e più di tutto nel surrealismo. In Italia è uscito «L’eccesso di realtà. La mercificazione del sensibile» (2020).
Ufficio Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma
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