I risultati del lavoro di EAR WP2 in mostra alla Pinacoteca Capitolina
Sarà ospitata nella Pinacoteca Capitolina – Musei Capitolini (piazza del Campidoglio, 1), dal 15 gennaio al 12 aprile 2026, “Il non finito: fra poetica e tecnica esecutiva”.
Curata da Costanza Barbieri (coordinatrice del Work Package 2 di EAR) e Claudio Seccaroni, la mostra scaturisce dalle indagini di diagnostica non invasiva effettuate su alcuni dipinti incompiuti della Pinacoteca Capitolina, con l’obiettivo di metterne a fuoco il processo creativo. L’esposizione potenzia la fruizione di un gruppo di opere già presenti in Pinacoteca, cui si aggiunge un prestito esterno, e offre al visitatore una nuova prospettiva e una nuova narrazione dell’arte, supportata da dispositivi digitali sulle fasi di realizzazione delle opere e modelli in 3D.
Sottoposte ad analisi scientifiche attraverso strumenti di imaging, riflettografia e spettroscopia, le opere rivelano i segreti della tecnica con cui sono state realizzate. È il caso del dipinto Cristo e l’adultera (1525-1528) di Jacopo Palma il Vecchio, con le varianti lasciate a vista per il gesto della mano di Cristo, o della tela di Guido Reni raffigurante l’Anima beata (1640-1642), che l’autore ha modificato in corso d’opera variando la posizione delle gambe e delle ali, e come si evince dallo stesso bozzetto a confronto con la riflettografia infrarossa del dipinto finale o con le varie fasi della realizzazione della tavola, distinte fra maestro e garzoni, nei dipinti del Garofalo.
Tali processi sono stati individuati grazie all’uso di strumenti e metodologie mutuati dalla ricerca scientifica e di norma impiegati per conoscere i materiali in vista degli interventi di restauro. La mostra alla Pinacoteca Capitolina compie però un passo in più, intuendo come le potenzialità della diagnostica non si esauriscano nel campo della conservazione: essa può infatti offrire strumenti preziosi per accedere all’iter creativo dell’artista, per meglio comprendere il linguaggio visivo e l’uso di materiali e tecniche. Il tema del non finito è quanto mai appropriato per osservare direttamente le distinte fasi esecutive, dal disegno preparatorio agli abbozzi ai ripensamenti alle correzioni, rivelando metodi e segreti tecnici dell’artista e, più in generale, la genesi dell’opera d’arte.
Il non finito, come categoria estetica, attraversa l’intera storia dell’arte fin dalla classicità: Plinio il Vecchio ricorda come l’incompiuta Venere di Cos di Apelle fosse superiore per espressione e intensità a molte opere ben rifinite, e come nessuno degli allievi osasse intervenire per completarla. Una suggestione e un modus operandi recuperati da Leonardo, Michelangelo, Tiziano, Guido Reni, che implicano la partecipazione dell’osservatore e giungono fino all’arte contemporanea passando per gli impressionisti. Di fronte a un’opera incompleta l’osservatore è stimolato a livello neurologico e attua un meccanismo compensativo immaginativo, proseguendo virtualmente l’azione creativa e condividendo il gesto artistico dell’artefice.
La mostra rappresenta uno dei principali risultati del progetto EAR – ENACTING ARTISTIC RESEARCH (Work Package 2, diretto da Costanza Barbieri), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso i fondi PNRR destinati a partenariati strategici e alla promozione dell’internazionalizzazione della ricerca nel sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale del Ministero dell’Università e della Ricerca. Il progetto EAR riunisce le Accademie di Belle Arti di Roma (capofila) Firenze e Brera, i Conservatori di L’Aquila e Roma, in partenariato con la sezione INFN dell’Università di Roma Tre e con l’Università Politecnica delle Marche, con l’obiettivo di promuovere l’interazione fra ricerca artistica e ricerca scientifica.
Il catalogo raccoglie una serie di saggi di specialisti sul non finito e sulla diagnostica non invasiva, fra cui scritti di Carmen Bambach, Costanza Barbieri, Roberto Bellucci, Marco Cardinali, Maria Beatrice De Ruggieri, Cecilia Frosinini, Augusto Gentili, Sergio Guarino, Claudio Seccaroni, Luca Tortora.