Venerdì 4 aprile alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Roma, si terrà la presentazione di Paese che vai, arte che trovi – volume I, il terzo numero di E.T.zine, la fanzine trimestrale di critica d’arte ideata e curata da Miriam Di Francesco e Andrea Bardi con la collaborazione dell’artista Giorgia Mascitti. Introduce e modera Martina Macchia, dottoranda dell’Accademia di Belle Arti di Roma, nonché tra le autrici del terzo numero. Parteciperanno alla presentazione anche gli autori e le autrici che hanno arricchito con i loro contributi il terzo numero di E.T.zine: Sofia Baldi Pighi con Emma Mattei, Matteo Binci, Marta Ferrara, Alessia Fraioli, Miral Rivalta.
Dopo il primo numero dedicato al ruolo della critica (ottobre 2024), seguito dal secondo sul metodo della critica (gennaio 2025), il terzo e il quarto numero di E.T.zine si sviluppano intorno all’indagine sui luoghi dell’arte contemporanea. Paese che vai, arte che trovi, (volumi I e II) intende compiere non solo una mappatura dei luoghi fisici e immateriali in Italia, sebbene con uno sguardo aperto al mondo, ma soprattutto scoprire gli spazi in cui oggi si può dar vita a un’opera, venderla, acquistarla, o anche semplicemente viverla, apprezzarla e commentarla. Inoltre, da un punto di vista critico, ci si chiede quale atteggiamento assumere in relazione ai vari contesti, che rapporto viene a crearsi con il pubblico e, se sia possibile, mettere a sistema i diversi approcci, modalità e finalità. Ogni contributo approfondisce un caso di studio di autori e autrici che hanno, o hanno avuto in passato, esperienza diretta con i luoghi di cui narrano, portando quindi la loro vicenda diretta e personale dei contesti entro cui hanno lavorato.
Paese che vai, arte che trovi – volume I prende in considerazione vicende più istituzionali, come quella della Biennale di Malta – grazie all’intervento di Sofia Baldi Pighi, direttrice della prima edizione Della Biennale di Malta del 2024 con Emma Mattei, ed esperienze lontane dai dai grandi centri urbani, come avviene con Traffic Festival – raccontato dal suo direttore artistico Matteo Binci – e con le residenze artistiche come Guilmi Art Project con la testimonianza di Martina Macchia; l’inserimento nel contesto cittadino, con l’esperienza di Marta Ferrara, curatrice di Quartiere Latino a Napoli; l’ambiente privato, tramite le parole della giovane gallerista Miral Rivalta della galleria Fuocherello; infine, la realtà, sempre più rilevante, assunta dai social network, grazie al lavoro che Alessia Fraioli conduce su Instagram con il profilo Cometicriticolarte.
Alla base di questi due numeri, infatti, vi è l’idea che il confronto possa arricchire il dibattito e mettere a fuoco, criticamente, i punti in comune in parallelo alle inevitabili differenze tra esperienze molto diverse tra loro. La presentazione in Accademia, aperta a tutti, vuole promuovere tra gli studenti alcune tra le realtà del contemporaneo e favorire la lettura e la sperimentazione della critica attraverso la scrittura.
Tutti i numeri della fanzine sono accessibili gratuitamente in formato digitale dal profilo Instagram @e.t.zine (al link in bio) e alcune copie cartacee saranno disponibili per essere visionate durante la presentazione.
E.T.zine è una fanzine digitale e trimestrale di critica d’arte fondata nell’ottobre 2024 da Miriam Di Francesco e Andrea Bardi. Il progetto grafico è a cura di Giorgia Mascitti. La fanzine nasce dalla volontà di creare un nuovo spazio indipendente per la critica d’arte italiana, svincolata dal panorama editoriale nazionale, dalla sovrabbondanza di cronaca, dai formati classici di recensione (mostre o eventi), interviste (ad artisti o curatori) e dalla funzione evocativa assegnata alla scrittura. E.T.zine tenta di conferire al testo scritto il giusto spazio in termini di lunghezza dei contributi con rigore ed essenzialità per favorirne il lavoro critico sotto forma di paper, saggi e punti di vista. L’obiettivo è ri-significare la critica d’arte quale strumento utile a fare storia, la storia del tempo che viviamo. Il titolo della fanzine prende spunto dal film cult di fantascienza di Steven Spielberg, E. T. L’extra-terrestre, del 1982. Le peripezie del simpatico alieno nel viaggio di ritorno verso casa dopo essere arrivato accidentalmente sulla Terra, ben rappresentano la difficoltà della critica d’arte nella ricerca di una “casa”, un’identità e una ragione di esistenza. L’extra-terrestre del film costruirà nuove amicizie, scoprirà un mondo ignoto, persino ostile, così come si pensa possa accadere per le fanzine. La scelta del titolo non è soltanto un riferimento alla cinematografia, ma anche alla congiunzione latina che indica un legame tra parole, idee, persone. Quella ricerca del punto di contatto tra l’alieno e bambino si traduce, nel logo della fanzine, nel disegno della mano aliena come invito a scaricare il pdf del numero gratuito. Ogni numero di E.T.zine è dedicato a un tema specifico, affrontato da una molteplicità di angolature, e vede la collaborazione di professionisti del settore selezionati personalmente dai curatori. Giornalisti, critici, storici dell’arte, curatori, oltre ad artisti, galleristi e gestori di spazi espositivi verranno coinvolti e chiamati a redigere un contributo testuale relativo al focus specifico del dibattito che si fa libero e plurale.
Andrea Bardi è uno storico e critico d’arte contemporanea. Formatosi prima all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, dove ha ottenuto la laurea triennale in Conservazione dei Beni Culturali, ha poi completato la sua formazione accademica all’Università di Bologna, presso il Dipartimento di Arti Visive. I suoi ambiti di interesse spaziano dalla ricerca artistica degli anni Sessanta e Settanta al dibattito sulla critica d’arte. Attualmente collabora con due testate giornalistiche specializzate nel settore dell’arte contemporanea, «Segno» e «Inside Art». È inoltre autore di testi e approfondimenti critici per mostre.
Miriam Di Francesco è giornalista specializzata in arte contemporanea. Laureata in Estetica all’Università Cattolica di Milano e consegue il Master in “Museologia, Museografia e Gestioni dei Beni Culturali” nella stessa università. È coordinatrice di progetto per la “Fondazione No Man’s Land”, museo a cielo aperto ideato da Yona Friend-man. È executive assistant per la galleria “Ceravento” di Pescara. Collabora per le riviste di settore «Segno» ed«Espoarte».
Giorgia Mascitti è artista visiva. Il suo linguaggio d’elezione è il disegno in una “caccia alle immagini” che sfida i limiti del disegno tradizionale. Nel 2020 consegue il Diploma di Secondo Livello con Lode in Decorazione presso l’Accademia delle Belle arti di Macerata. Nel gennaio 2023 inaugura la sua prima mostra personale, Spremuta d’Incubo, a cura di Marcella Russo, nello Spazio Sei di Pescara (PE) e nel maggio 2024 la seconda personale, Una serpe nello stivale, a cura di Miral Rivalta presso il Tomav – Centro Arti visive di Moresco (FM). Ha partecipato a diverse collettive, residenze d’artista e Premi, in Italia e all’estero. Nel 2024 è tra le artiste finaliste del Premio Fabbri per le Arti Contemporanee.